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Cor Veleno e il “Fuoco Sacro” del rap

corvelenofuocosacrocoverFuoco Sacro dei Cor Veleno si colloca in un momento di ritorni e di attese: il ritorno dei Co’Sang, che a Piazza Plebiscito annunciano una seconda data a settembre perché la prima è andata sold out; le attese, quantomeno sperate, di una possibile reunion dei Sangue Misto dopo il feat. Foglie Morte di Neffa e Fabri Fibra.

Per questo ottavo album, la formazione dei Cor Veleno resta il trio composto dai due membri originari, l’mc Grandi Numeri e DJ Squarta, e da Gabriele “Gabbo” Centofanti al basso e alla produzione, unitosi al gruppo nel 2006. Fino al 2016 aveva fatto parte del collettivo anche Primo Brown, uno dei rapper romani più amati in assoluto.

Il fuoco dell’hip-hop resta sempre acceso con la sacralità del suo classico modus operandi “Think straight, talk straight”. Tredici tracce di un album che conta diversi feauturing, con i nomi che vanno dagli intoccabili alle nuove voci del genere, in un viaggio che va dal suono delle gaitas di Marlon Peroza, filtrato da suoni elettronici, nel brano Comfort Zone, fino all’inevitabile boom-bap misto a jazz. Non manca l’ironia nel brano insieme a Fibra, Pallottole sull’amore, in cui il vero richiamo è alle Fragole Buone Buone di Luca Carboni, che qui servono a consolare chi vive la fine di un amore.

Di Fuoco Sacro ci si riempie subito la bocca, a partire dal primo brano, Ai ferri corti feat. il giovane ma già tanto cazzuto rapper molisano Nayt, trasferitosi a Roma sin da giovanissimo: Gemitaiz, Big Fish, Emis Killa sono solo alcuni dei nomi con cui ha già collaborato. “Fuoco Sacro che non pago già mi sento una star” si ascolta in questo primo brano che apre l’album. Certo, perché il fuoco del rap non si compra, né si compra il nome “shoppando il milione”. L’intro e la fine sono affidate alla voce che ritorna in vita, almeno in questo brano, di Primo Brown, lo scratch a Dj Snifta.

Si resta a Roma anche con il secondo brano, altro featuring, altro rapper dalla capitale, Mostro, che ritroviamo in La Novità, dove le parole si intrecciano perfettamente al flow hardcore. Nel brano Popcorn con Willie Peyote l’album sembra prendere una piega diversa, sembra distendersi tra i suoni dell’elettronica, senza perdere mai il fuoco vivo del rap. Roma, da dove tutto è iniziato per i Cor Veleno, impone la sua presenza nelle ossa ma soprattutto sulla pelle nella settima traccia dell’album. Una città che è “lacrime e colore nero”, i ricordi del passato e la consapevolezza di quanto sia cambiata: Caracalla, l’alba ai Fori, Muro Torto e il Tevere, compongono nell’insieme la magia della città eterna.

In Quante notti feat. Franco 126 la notte è il silenzio che impone la ricerca dei consigli che non troverai mai, fatta da quei “sogni pronti a sbattere con l’alba”. Gli altri featuring sono con Inoki e Colle der Fomento, altre leggende del rap ma anche con nuovi volti Ele A, Ugo Crepa e Klaus Noir.

Fuoco Sacro insomma è tutto quello che vorresti trovare in un album hip-hop e magicamente lo trovi. Introspezione, glorificazione della città eterna, la resistenza contro l’apparenza (Outsider) e contro i fake e gli scrausi. Ci ritrovi tutto, in tutte le salse, jazz, boom-bap, elettronica e suoni esotici.

Qui il sito della band: https://corveleno.it/

Ascolta qui il disco:

Talia Mottola

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