Suoi sono brani come Il Conforto, Valore Assoluto o l’ultimo Buona (Cattiva) Sorte scritti per Tiziano Ferro. Una solida collaborazione che ha portato “a casa” di Emanuele Dabbono, cantautore e autore varazzino, diversi dischi d’oro e di platino. E conoscerlo nel suo mondo, scrutarlo, ascoltare le sue Leonesse è stato scoprire un artista a 360°, eclettico, multiforme sul palco quando interagisce con pubblico e musicisti.
Dabbono è un tutt’uno con la musica cantata dal vivo, suonata, si spende tantissimo e regala un’energia incredibile. L’album live Leonesse racconta proprio questo, i 20 anni di carriera, un lungo percorso in cui il trampolino di lancio è stata la prima edizione di X Factor, in cui si è piazzato terzo con il brano Ci troveranno qui, che in questo ultimo lavoro ripropone in una nuova e più vigorosa veste. Da lì in poi tanti palcoscenici, collaborazioni, album inediti; nel 2017 arriva Totem con l’etichetta ligure OrangeHomeRecords di Raffaele Abbate che produce anche Leonesse, registrato live per la regia di Serena Merega a La Claque di Genova. Un “disco-donna”, come la musica e quelle creature forti e feroci, materne, protettive. E con questo album Dabbono si protegge un po’, perché sceglie di mettere a nudo la sua musica, di mostrarsi, di donarsi completamente. Ecco perché la sua bella voce, la grande melodia che sprigiona, stupisce quando si trova a suo agio con le sonorità irish di Capo di Buona Speranza – con un finale che cita Miriam Makeba –, di Treno per il Sud e quella voglia di partire per l’Irlanda.
I brani più energici invece, liberano quel mood pop-rock che è figlio dei suoi ascolti sin da ragazzo, quegli ascolti d’Oltreoceano che Dabbono riesce a mettere dentro Le onde, in Pacifico, un po’ in levare, nel folk di Alla fine, nella possente Corpi, nella curiosa Le cose che sbaglio così come in Ci troveranno qui. Pezzi sostenuti da una sezione ritmica che vede alle chitarre Marco Cravero, Giuseppe Galgani, Matteo Garbarini, Fabrizio Barale alla 12 corde e lap steel, Gianka Gilardi alla batteria, Michele Aloisio al basso e il decisivo Fabio Biale ai violini. Ma il disco contiene anche dei testi riflessivi, con parole che intaccano. Tra questi il brano di apertura Piano, che arriva come una carezza, le ballad E tu non ti ricordi e Siberia, le sensuali Scritto sulla pelle – che vede le chitarre spanish di Cravero – e Mostar. Ma è in Mio padre che Emanuele Dabbono parla a cuore aperto, nella canzone dedicata al padre che non c’è più, una ferita aperta e tante cose ancora da dire, tanti abbracci da dare. Leonesse è l’occasione buona.
Questa la pagina FB: https://www.facebook.com/emanueledabbonoofficial/
Qui il video di Capo di Buona Speranza live: https://www.youtube.com/watch?v=jJkWkF_1ZBY
ELIDE FERRARI