Primo Tempo, l’album d’esordio di Didie Caria, realizzato grazie a una campagna di crowdfunding, è un riuscito percorso su nove tracce che nel complesso risultano un insieme di minimalismo acustico ed elettronico, quindi con evidenti influssi trip pop. Ma viaggiando per ogni singola traccia si trova molto di più.
La prima, Antigone e la luna, sembra passare inosservata, scivolare verso qualcosa di più incisivo, ma posta all’inizio acquista rilevanza e infatti introduce le atmosfere intime e molto poetiche che successivamente caratterizzeranno i testi delle ballate. Tutti i segni di te è un climax dal sapore caraibico, mentre Non sono bravo può in qualche modo riflettere degli aspetti che si trovano lungo tutto il percorso dell’album: se l’inizio (e anche la fine) hanno un’impostazione da rock-pop molto classico, il bridge raccoglie la base elettronica per porla in primo piano, attraverso un etereo flusso di echi e ritorni sonori che trascina quel pop in una terra sperimentale, mostrando alla perfezione quell’equilibrio fra suono acustico ed elettronica che rende speciale questo lavoro.
The prince è la prima delle due canzoni in inglese, segue il flusso elettronico della precedente per caricarlo in un ritmo serrato e molto ballabile. La città visibile gioca per contrasto: è una lenta ballata quasi interamente acustica, non fosse per una voce elettronica che ricorda il concept dell’album. Nelle ultime tre tracce, più una ripresa, ritornano i temi giocati nelle precedenti, muovendosi fra pop, rock acustico e trip elettronico.
Nei testi, così come nei titoli, ricorrono citazioni mutuate da Italo Calvino o dal teatro greco di Sofocle, certamente un tributo all’altra metà creativa cui Didie Caria dedica la vita: il teatro. I temi ricorrenti, oltre il livello citazionistico comunque predominante, riguardano la sfera dell’intimità, riflessioni personali e canzoni d’amore.
Il sito dell’artista: http://www.didiecaria.it
Il video di The prince: https://www.youtube.com/watch?v=QqmAGBonlsY
LODOVICO LINDEMANN