Se gli ultimi colpi di coda della calura estiva vi opprimono ancora con troppa forza e vi ritrovate soli in casa a guardare vecchi film horror e b-movie alla Bloody Mary Sunday, potete arricchire le vostre serate ascoltando Who’s The Monster dei Drive Me Dead. Questo primo lavoro della band romagnola (fondata nel 2014 a Solarolo nell’assolata provincia ravennate) ci catapulta in un viaggio visionario lungo gli orrorifici terreni dell’hard rock e punk rock anni ‘70\’80 e sono chiaramente percepibili anche certe atmosfere che ricordano i film di Romero e Sam Raimi, senza contare gli evidenti rimandi alle sonorità dei vari Motörhead, Halloween etc… L’album, inoltre, si avvale della collaborazione con il fumettista Sergio Gerasi, già disegnatore per Bonelli Editore e Bao, che ne ha curato la copertina.
La prima traccia, Freak, con il suo possente riff di chitarra e le sonorità tipiche dell’hard rock si fa ascoltare e anzi divorare con avidità, grazie ad un chorus estremamente orecchiabile. Di questo brano è disponibile anche un accattivante video curato dalla regista italo-belga Erika “Errante” Baruffaldi, che ne ha saputo rilevare la carica dissacrante e rendere in immagini l’essenza stessa del brano.
Sulla stessa scia procede tutto il disco, che scorre infatti in maniera piuttosto lineare e con passo sicuro e disinvolto. Nel combo troviamo anche un brano dedicato al compianto Lemmy dei Motörhead (Lemmy’s Ghost). Ed è proprio questo intento pregevole di cogliere l’eredità dell’hard rock e del punk dei decenni scorsi che traspare dal lavoro dei Drive Me Dead, i quali rielaborano a modo loro quelle colonne sonore storiche che hanno accompagnato e fatto scatenare tanti di noi. Troviamo anche dei riferimenti ai Foo Fighters, ad esempio nel brano Your Worst Nightmare che è idealmente in linea con lo stile e l’attitudine di Dave Grohl & soci.
Who’s The Monster è insomma un primo lavoro che senza dubbio omaggia i riferimenti della band, mostrando anche la voglia di volare con le proprie ali seguendo percorsi personali, qui non completamente raggiunti ma idealmente percepibili. Ottimo riassunto di questo principio è la reinterpretazione di Summer of ’69 di Brian Adams, riletta trovando un punto di incontro tra l’omaggio e l’originalità.
I Drive Me Dead si presentano quindi con questo primo “biglietto da visita” molto interessante e curato in ogni aspetto, ma aspettiamo i prossimi lavori per vedere se confermeranno la virata verso un percorso completamente originale o preferiranno restare sospesi tra la citazione e lo spunto creativo.
La pagina fb: https://www.facebook.com/drivemedead/
Il videoclip di Freak: https://www.youtube.com/watch?v=mn8nn8ViYR4
GRETA COCCONCELLI