I Flowers in Dark ritornano dopo diversi anni di silenzio con Celestial Vengeance, un’autoproduzione dalle forti sonorità gothic, symphonic e doom con una punta di death. Nonostante la potenza del suono, tuttavia Celestial Vengeance si fa ascoltare senza troppe difficoltà, anzi, le otto lunghe tracce scorrono con serenità come una buona birra fresca in una giornata assolata.
La band milanese poggia la sua struttura musicale in riconoscibili stili gothic metal ricorrenti e costruisce brani orecchiabili che si stampano in testa sin dalle primissime battute. Dying Moment o Beneath The Tides mischiano sapientemente le sonorità sinfoniche a stili più forti, vicini al death metal, anche grazie ad un sapiente gioco di voci, una femminile e l’altra maschile, che pur portando alla memoria band maggiormente mainstream, riescono a dare potenza all’intero album. Celestial Vengeance si rifà volutamente a stili d’annata, senza perdere però la capacità di stupire: Wooden Embrace che, con la sua chiusa speed, dà una sferzata di rinnovata energia ad un brano che, nel suo complesso, rientra perfettamente nello stile dell’album.
Facilità d’ascolto, quindi, è vero, ma i Flowers in Dark richiedono anche attenzione per poter apprezzare Celestial Vengeance nella sua complessità, concedendosi il tempo necessario a scoprire quanto la band italiana abbia da raccontare dopo così tanti anni d’attesta, cambi di line-up e difficoltà varie. I loro brani non si risolvono in pochi minuti, bensì richiedono che gli si conceda il tempo necessario per apprezzarli, perché ogni traccia si riconnette all’altra costruendo una trama compositiva dello stile vintage ma non per questo privo di fascino. Immaginare un paragone tra band più mainstream sarebbe ovvio e quanto meno riduttivo per un gruppo che, nonostante tutto, continua a lottare per trovare il giusto posto nella scena musicale. Il loro stile richiama certamente più l’aspetto sinfonico fondato su potenti duetti vocali, in cui la voce femminile e maschile si completano alla perfezione, rispetto a quello prettamente death, brani come Into the Sand o Why? ne sono marchio di fabbrica.
Celestial Vengeance è insomma un album decadente, nel senso artistico del termine, e i Flowers in Dark sembrano richiamarsi ad un’epoca passata, dove le ombre tracciano il cammino. Sarà per questo che il disco porta in sé una dolce nostalgia, ma anche una voglia di proporre qualcosa di artisticamente rilevante in un mondo in cui il mainstream troppo spesso soffoca e non dà spazio a voci che meriterebbero maggiore luce.
Ascoltatelo anche voi, dunque, per rendervi conto dell’alto livello raggiunto dalla band:
GRETA COCCONCELLI