Dj Stef è un conduttore radiofonico molto seguito, ma anche molto pieno di sé. Durante una diretta riceve la telefonata di Carlo, un ascoltatore che avrà delle richieste un po’ particolari per il dj, costretto ad assecondarlo, dapprima perché minaccia il suicidio e poi perché lo ricatta con un’ulteriore avvertimento: se non manderà in onda i brani di Mozart, Bach e Beethoven nelle particolari versioni da lui pretese e se non lo ascolterà nei suoi monologhi rabbiosi, farà esplodere un ordigno nelle strade di Milano, dove si aggira con la sua auto, vestito in abito da sera. Presto in radio accorrerà il tenente colonnello Rosa Amedei, che dovrà fare di tutto per evitare che si sfiori la tragedia.
Distribuito su Amazon Prime Video, per l’impossibilità di proiettarlo sui grandi schermi, a causa della chiusura dei cinema, Il Talento Del Calabrone, esordio di Giacomo Cimini, è un thriller dal respiro internazionale, come non se ne vedevano da tempo dalle nostre parti. Un film che, soprattutto nella sua forma cerca di ricalcare le atmosfere di molte altre pellicole appartenenti allo stesso genere principale da un lato, ma anche al sottofilone dei film di “asserragliamento” dall’altro. Perché se è vero che la minaccia e il pericolo sono esterni alla radio, è anche vero che per il conduttore radiofonico, il tenente colonnello, i suoi colleghi e tutto il personale dell’emittente, sarà impossibile lasciare il loro “avamposto” dal quale dovranno cercare di difendere la città, senza poter abbandonare minimamente la loro postazione, minacciati continuamente dalle intimidazioni dell’uomo.
Con una Milano notturna molto affascinante, ritratta come una metropoli dal respiro internazionale (lo ripetiamo), Il Talento Del Calabrone prende il titolo dal particolare impeto che il calabrone ha di volare, nonostante non possa, cosa che fa per il semplice fatto di non sapere di non poterlo fare, ragionamento solo apparentemente contorto e assurdo, ma sicuramente interessante. Lo stesso impeto avrà sicuramente colto il regista che con coraggio e ambizione ha deciso di dare vita ad un’opera che mira in alto, riuscendo a farsi apprezzare per molti aspetti, ma facendo comunque storcere il naso per alcuni difetti di scrittura che abbassano il livello di gradimento dello spettatore.
Con una serie di dialoghi improbabili e improponibili (la maggior parte dei quali messi in bocca al personaggio interpretato da Anna Foglietta che si ritrova a pronunciare battute davvero impensabili nei panni del tenente colonnello in abito da sera, perché chiamata urgentemente a gestire le operazioni in radio mentre era ad una mostra), Il Talento del Calabrone, gioca bene con la tensione e la suspense, regalando anche dei colpi di scena niente male, tipici da thriller americano, ma si affossa in alcuni passaggi, calcando la mano in maniera retorica quando a parlare è il villain impersonato gigionescamente, ma superbamente, da Sergio Castellitto (vero mattatore del film) e risultando a tratti anche involontariamente ridicolo quando deve descrivere la vanagloria e la “mitomania” del giovane speaker radiofonico.
Ma cosa nasconde in realtà Carlo? Quali sono le motivazioni che lo spingono a mettere in pericolo i cittadini di Milano e a mettere in ridicolo il presentatore radiofonico? Tra un brano e l’altro, tutti quanti arriveranno a delle sconcertanti risposte, delle verità che ribaltano tutte le carte in tavola, ridisegnando le figure dell’attentatore colto e sopraffino e del dj tronfio e strafottente alla continua ricerca di followers.
Una lotta all’ultimo sangue, o per meglio dire all’ultimo brano di musica classica, che terminerà senza vincitori né vinti, restituendoci l’unica certezza che, al netto dei succitati difetti, anche in Italia si può ambire a fare del cinema di genere di un certo tipo e con un certo stile.
Trailer del film:
ALESSANDRA CAVISI