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“In trincea sbocciano fiori”: la forza dei ricordi tra le pagine di Giovanna De Vita

giovannadevitaintrinceasboccianoifioricopertinaCon la sua opera d’esordio In trincea sbocciano fiori (Edizioni Creativa), Giovanna De Vita riesce a trasformare le lettere d’amore e di guerra del passato in un racconto universale di emozioni e resilienza. L’autrice non si limita a descrivere un periodo storico cruciale come la Grande Guerra, ma invita il lettore a immergersi in un viaggio intimo, scandito dalle parole e dai sentimenti di un giovane ufficiale che cerca di dare senso a un mondo che si trasforma sotto i suoi occhi. Un romanzo che si distingue per la sua capacità di unire la memoria personale alla grande narrazione collettiva, trasportando il lettore in un’epoca di contrasti e speranze.

Il protagonista dell’opera, Gaetano De Vita, è molto più di un personaggio centrale: è la lente attraverso cui il lettore osserva la complessità della guerra e della vita quotidiana. Giovane ufficiale, Gaetano è un uomo sospeso tra il dovere militare e il richiamo degli affetti familiari. Le sue riflessioni, intime e spesso intrise di nostalgia, emergono con una sincerità disarmante. Attraverso i suoi occhi, il lettore esplora non solo le difficoltà pratiche della vita militare, ma anche le sfumature emotive che definiscono i suoi rapporti con i genitori e la propria terra natale. Ogni membro della famiglia di Gaetano è tratteggiato con grande sensibilità: dalla madre silenziosa e dolce, che affida il figlio alle preghiere di Santa Barbara, al padre severo ma orgoglioso, fino alle sorelle più piccole, la cui vitalità illumina le pagine iniziali del romanzo. Legami familiari che diventano il filo conduttore dell’opera, un ancoraggio emotivo che resiste anche alle sfide più dure della guerra.

L’ambientazione dell’opera si dipana tra la quiete della casa di famiglia e la vita frenetica della caserma. L’autrice eccelle nel rappresentare la transizione emotiva e fisica del prozio Gaetano: dal calore domestico del Natale 1913, pieno di tradizioni e speranze, alle rigide strutture militari di Firenze, dove i giovani soldati vengono forgiati nel corpo e nello spirito. La descrizione della città è vivida e dettagliata, un omaggio alla sua grandezza artistica e culturale, che si contrappone alla durezza delle esercitazioni militari. Giovanna De Vita usa con efficacia i dettagli quotidiani per costruire un mondo vivido e tangibile. Le immagini del baule di legno, riempito con pochi effetti personali e le care foto di famiglia, e del rasoio in madreperla del padre, regalato con commozione, sono simboli di una transizione epocale per il giovane protagonista. Ogni descrizione invita il lettore a riflettere sul valore delle cose semplici e sul significato del distacco.

Lo stile di Giovanna De Vita è una delle peculiarità più affascinanti del romanzo. La sua prosa è al tempo stesso poetica e ancorata alla realtà. Le descrizioni sono ricche di metafore e immagini evocative, come il cielo di Firenze che si tinge dei colori del tramonto o l’Arno che riflette le tinte calde del sole calante. Elementi lirici che si alternano a un realismo quasi crudo, visibile nelle pagine dedicate alla vita di caserma: dalle esercitazioni fisiche alla rigidità dei superiori, fino alle difficoltà dei giovani soldati che cercano di adattarsi a una nuova realtà. Il ritmo narrativo è sapientemente bilanciato. Nei momenti di riflessione personale, la narrazione rallenta, permettendo al lettore di entrare in sintonia con i pensieri e le emozioni di Gaetano. Nei capitoli dedicati alle esercitazioni militari e agli eventi della caserma, il ritmo accelera, trasmettendo la pressione e l’urgenza di un contesto che non concede tregua.

Il narratore in prima persona è uno strumento potente nelle mani dell’autrice. Attraverso la voce di Gaetano, il romanzo riesce a creare una connessione profonda tra lettore e protagonista. La struttura temporale, che alterna ricordi del passato a riflessioni sul presente, riflette perfettamente il flusso della memoria umana, rendendo il racconto autentico e coinvolgente. Scelta narrativa che enfatizza il carattere intimo dell’opera, trasformando ogni pagina in una sorta di dialogo confidenziale. Non a caso, infatti, l’idea di raccontare questa storia scaturisce dal ritrovamento delle lettere spedite dal fronte da parte di un prozio della scrittrice.

In trincea sbocciano fiori si colloca nel solco dei romanzi storici, ma si distingue per la sua capacità di parlare anche al lettore moderno. Il tema centrale è la resistenza degli affetti umani di fronte alle avversità. Anche nelle situazioni più difficili, come l’addestramento militare o la separazione dalla famiglia, Gaetano trova forza e conforto nei ricordi dei suoi cari.

Con questo libro, Giovanna De Vita dimostra di essere una narratrice di grande talento, capace di intrecciare sensibilità personale e rigore storico. Il romanzo è un omaggio ai valori della famiglia, alla forza della memoria e alla capacità dell’essere umano di trovare bellezza anche nelle situazioni più difficili.

Un’opera che merita di essere letta e riletta, non solo per il suo valore letterario, ma anche per il suo profondo messaggio umano.

Link al romanzo sul sito della casa editrice: https://www.edizionicreativa.it/product/in-trincea-sbocciano-fiori/

ELIDE FERRARI

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