Dopo un esordio solido ma sempre introspettivo come Superstellar, I Carnival arricchiscono la loro produzione musicale con Se non mi tengo volo, nuova fatica in uscita per La Clinica Dischi. Un album che senza dubbio ricalca il sentiero già tracciato dal suo predecessore, mantenendo quella che era la linea narrativa delle liriche e del sound fondamentalmente rock senza virtuosismi particolari, che suonerebbero poco credibili se accostati al messaggio prevalentemente personale e “catartico” del complesso. Una scelta più che condivisibile dunque.
Il disco si apre con quella che è indubbiamente una delle tracce più alte dell’album, alte in senso lato, poiché da qualunque punto di vista la si voglia vedere, Pornovisione Cult (primo singolo e videoclip scelto dalla band) tratta di un uomo intento a prendersi cura di sè di fronte a “un cult della pornovisione”. Tabù a parte, preme dire innanzitutto che è impossibile non pensare ai primi Kyuss quando ascoltiamo questa opening track la quale, pur non vantando temi nobili o intrecciate architetture ritmiche, riesce con dei semplici riff e un testo apparentemente poppeggiante a coinvolgere l’ascoltatore fin da subito. E se si riesce a creare un feeling istantaneo con un brano in apparenza così semplice e asciutto significa che si ha piena padronanza dei propri strumenti, in questo caso creativi.
Ed è dopo Pornovisione Cult che l’album scorre fluido e senza intoppi. Furia fuggitiva e Ora che non ho più te possiedono un ritmo incalzante e perfettamente dosato, proprio come un bel film che riesce ad attirare l’attenzione di chi guarda fin da subito; l’intero album gioca su questo paradosso di semplicità di attrazione o attraente semplicità che, come la si voglia mettere, funziona e non stona.
La compattezza rock viene saltuariamente arricchita da ritocchi stoner veramente ben inseriti, riscontrabili in molti momenti del disco assieme alle aperture melodiche e al basso che sfruttano la scansione ritmata con l’intento, voluto o non voluto, di catalizzare l’attenzione dell’ascoltatore e divertirlo. Cosa affatto semplice, vista anche la complessità della proposta e del genere: intrattenere suonando rock, per quanto ispirato sia, trattando temi semplici, quotidiani e personali è arduo, molto arduo.
Un’ottima alternativa, dunque, alle band che propongono i medesimi temi ma con un approccio troppo popolare o troppo ricercato; I Carnival possono vantare una produzione interessante, in grado di alternare impegno e disimpegno a seconda del coinvolgimento dell’ascoltatore, che non è poco. Per niente.
La pagina facebook della band: https://www.facebook.com/icarnivalofficial
Il video di Pornovisione Cult: https://www.youtube.com/watch?v=qT1RHvovYvs
GABRIELE URSINO