Decidere di fare rock è cosa assai rischiosa, soprattutto in Italia o quando si cerca di essere degli artisti indipendenti, impegnati a costruirsi un sound personale. Per cento artisti che ci provano, ce ne sono solo una manciata che ci riescono in maniera abbastanza soddisfacente. Il trio piemontese Il terzo istante è da inserire tra questi impavidi valorosi, ma con il loro primo album, dal titolo La fine giustifica i mezzi, sono riusciti laddove molti falliscono.
Il disco si apre con il brano Uccidimi, in cui si coglie subito la cifra stilistica del gruppo: un alternative rock in cui l’impianto strumentale la fa da padrone. Ottimo, in tal proposito, è l’assolo di chitarra finale nel brano Tu non riuscirai. Degno di nota è anche Le cose importanti, in cui le chitarre si arricchiscono della melodia del basso e del pianoforte. Gli altri brani che compongono il disco ricordano un po’ band come i Ministri o gli Afterhours: un cantautorato in salsa rock che non deluderà gli amanti del genere.
La fine giustifica i mezzi è insomma un buon esordio per una band giovane e che sta muovendo i primi passi nel mondo della musica. L’unica pecca che si può trovare è il sound un po’ troppo “già sentito”, una rielaborazione del proprio background musicale in cui non ci si è preoccupati toppo di inserire qualcosa di personale e che non evidenzia in questo primo lavoro una particolare originalità compositiva che avrebbe potuto farne decisamente un disco degno di nota, ma sicuramente lavorandoci su i tre rocker nostrani possono raggiungere alti livelli, perché le premesse ci sono tutte.
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Video de Il blues del latte versato: https://www.youtube.com/watch?v=PAM-WsCC3sc
ALBACHIARA RE