Qualcuno probabilmente li ricorderà come partecipanti a un’edizione del format televisivo X-Factor, cosa che immagino abbia dato loro un certo slancio di notorietà. L’assiduità con cui calcano le scene live del nord Italia in ogni caso suggerisce come il rischio di avere a che a fare con le solite baracconate costruite a tavolino per questo tipo di programmi sia alquanto basso, considerato anche il background pesante (in termini di sonorità) di alcuni dei sei comaschi che formano la line-up degli Iron Mais.
Un gruppo votato a una goliardica commistione tra elementi country-folk e vigore hardcore-punk su cui si fa affidamento, con gran mestiere, nella maggior parte dei brani di questo The Magnificent Six, contenente perlopiù cover e una manciata di pezzi inediti. Punk con banjo e violini, in pratica, con qualche non troppo rara escursione in territori contigui, che siano accenni psychobilly o decelerazioni country con formula più canonica. Sboccato e ironico, nel complesso The Magnificent Six pare un divertissement suonato con convinzione e che nei momenti più tirati riesce a tenere insieme i Dropkick Murphys senza l’elemento celtico e i Camper Van Beethoven meno rilassati.
Il problema semmai è che la partenza col botto in termini di energia e caos diventa velocemente una formula scontata riproposta in maniera troppo macchinosa, affossando l’interesse in un disco che dura peraltro non tantissimo. Se a questo aggiungiamo una costruzione dei momenti più calmi fatta un po’ a caso e una certa innocuità dello slancio umoristico/sarcastico del comparto lirico e dell’immaginario complessivo, il bilancio diventa assai impietoso. Il repertorio proposto dagli Iron Mais immagino faccia gloriosamente sfacelo in sede live, ma qui su disco purtroppo pare sia stato messo in condizione di non nuocere mai sul serio.
Sito Ufficiale: http://www.ironmais.com/
Videoclip di Cu cù: https://www.youtube.com/watch?v=IVFl5CWhO0k
FRANCESCO CAPUTO