La musica dei June and the Well, nonostante siano una band italianissima, fa venire in mente le spiagge soleggiate americane, in cui si prende il sole accanto a surfisti palestrati e a bagnini in stile Baywatch. Il loro secondo album, Gudiya, infatti, è un concentrato di tracce pop-rock che sembrano inneggiare la spensierata dei pomeriggi lungo il Sunset Boulevard, da percorrere a bordo di una Chevrolet decapottabile, con occhiali da sole ben piantati e musica ad alto volume (anche se non tutti abbiamo avuto la fortuna di vivere questi momenti, l’immagine cinematografica che evocano nella nostra mente è di sicuro molto reale: aggiungeteci questo disco in sottofondo e il gioco è fatto).
Certo si può dire che verrebbe troppo facile fare il paragone tra i June and the Well e uno a caso dei gruppi della scena pop-rock californiana che ascoltavate quindici o vent’anni fa, quelle band che poi avete quasi tutti archiviato una volta compiuti i diciannove anni, ma è molto probabile che, se uno di questi gruppi fosse cresciuto e avesse raggiunto la maturità dell’età adulta, conservando comunque un pizzico d’incoscienza adolescenziale, avrebbe scritto un album come Gudiya.
Le sette tracce che lo compongono scorrono velocemente e sono assai godibili. Le canzoni migliori sono la title-track Gudiya, un bel pezzo rock in cui fa capolino il classico, grazie a un non troppo nascosto pianoforte, e S-Low, scritta e cantata con la bravissima Matilde Davoli. È forse questo il pezzo più particolare dell’intero lavoro, quello che innalza di un livello il giudizio complessivo del disco.
Insomma, Gudiya è certamente un bell’album che non si nasconde dietro ad alcuna retorica e che vuole, in maniera molto onesta, intrattenere il pubblico e farlo divertire, obiettivo raggiunto in pieno. Ben fatto June and the Well.
Pagina FB: https://www.facebook.com/juneandthewell/
ALBACHIARA RE