Dj e produttore con la musica nel sangue, dopo 23 anni a Radio Capital, Massimo Voci (che a Roma ha aperto il concerto dei Gensis al Circo Massimo, partecipando anche a festival internazionali come il Worldwide Festival), ha deciso di dedicarsi alla realizzazione di questo disco che unisce sonorità slow a ritmi irrefrenabili, trascinandoci mani e piedi nel suo mondo in cui l’imperativo è ballare, ballare, ballare.
Sonorità cinematografiche ed evocative, con contaminazioni che vanno dall’elettronica alla musica etnica, dal funky al jazz, come da tipica world music che si rispetti: tutto questo è Maybe, uscito ieri per l’etichetta Cut Rec.
Uno stile raffinato e ricercato che non manca di farci viaggiare con la mente dall’Oriente all’Occidente (nel primo caso soprattutto quando ascoltiamo il brano Beathai), accompagnandoci con classe, intensità e ritmi irresistibili in un mondo particolarmente seducente e affascinante.
Con note soavi ed eteree (la cui espressione massima si esplica nel bellissimo brano che dà il titolo all’album, Maybe), Voci ci accompagna in questa sorta di lungometraggio musicale, non dimenticando la sua passione per il funky che fa capolino in maniera totalizzante in alcuni brani, come nel trascinante (Give Me) Satisfaction e nell’irresistibilmente esotico La La La, il cui ascolto porta inevitabilmente a ballare, come in trance, desiderando di poter tornare ad ascoltare musica dal vivo e a far festa.
Undici brani che permettono di varcare i confini del mondo, riuscendo a farci attraversare culture, mood e stili in un momento in cui l’unico modo che abbiamo per sentire un contatto con l'”altro” è lasciarci trasportare dalla musica, dall’arte, dal cinema, non a caso espressioni magicamente presenti in questo lavoro che a tratti sfiora l’onirico, facendo della suggestione la sua carta vincente.
Link per l’ascolto su Spotify: https://open.spotify.com/album/2yQgfzUgjs6x8qKLcqbrqT?si=nhmC9JIpRi2b1Z5IMuCfuQ
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ALESSANDRA CAVISI