In “fuga” dai rockettari Convira, per il suo esordio solista Mizio Vilardi ha deciso di – come da fin troppo esplicativo titolo – tornare alle radici, con un ep dal titolo appunto Radici sotto i piedi, che parla di alberi e di Italia, attraverso gli strumenti della tradizione e un gusto molto pop. Tutto questo però senza trovare sempre la giusta misura fra popolare e nazional-popolare. Per esempio, dopo la prima canzone, Ora va, verrebbe sinceramente voglia di non andare avanti ad ascoltare questo lavoro, a meno che non si sia estimatori del cantautorato sanremese: uno stile vocale eccessivo e mellifluo su una melodia che sarebbe stata antica anche negli anni ottanta, e un testo abbastanza qualunquista, nonostante voglia trattare un tema importante come quello della “fuga dei cervelli”.
Se invece si va avanti con l’ascolto si scopre che per fortuna la situazione migliora, soprattutto con la delicata Flow, dai toni vicini alla buonanima del New Acoustic Movement, e la successiva Occhi aperti (so far, so close), con un tocco british-celtico regalato dal violino di Cetta Annese (per ricordare Gabriella Cipriani) e dalla voce di Claudia “Cloud” de Candia, mentre la conclusiva Casa chiusa sembra un Tiziano Ferro con innesti di PFM.
L’impressione, alla fine, è che Vilardi abbia delle cose da dire e molta voglia di dirle, ma che non abbia ancora ben chiaro come farlo, e nella foga di esibire bravura finisca per esagerare spesso, risultando a tratti stucchevole.
Vediamo cosa succederà in futuro, e speriamo che non si faccia risucchiare dal lato oscuro della “musica italiana”.
La pagina facebook: https://www.facebook.com/Mizio-Vilardi-229892440497912/?fref=ts
Il video di Occhi aperti (so far, so close): https://www.youtube.com/watch?v=7koEbhaqyOI
LETIZIA BOGNANNI