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Gli Osaka Flu hanno fatto del loro tour-bus in panne un disco punk: Km 183

osakaflukm183coverGli Osaka Flu sono un trio punk-pop aretino che, in viaggio durante il tour, si è ad un certo punto ritrovato con il furgone in panne sulla Salerno-Reggio Calabria proprio al km 183. Per questo singolare episodio hanno deciso di dare al loro secondo album proprio il titolo di Km 183.

Il sound di questo disco è punk, acerbo e potente con arrangiamenti semplici ma ben studiati e uno spiccato gusto per la melodia che riesce ad “alleggerire” l’aggressività del punk ma senza spegnerla. I testi, scanzonati all’apparenza, celano tematiche importanti e profonde, affrontante con rabbia e incentrate in generale sulla crisi dei tempi moderni, soprattutto quella dei valori morali.

Dieci sono le canzoni di questo Km 183, tutte vere e proprie schegge dalla durata risicata in perfetto stile punk, intrise comunque di notevoli assoli di chitarra e potenti stacchi di batteria.

Apocalhipster apre il disco con una corrosiva vena critica che scaglia le sue pungenti considerazioni contro la falsità e l’ipocrisia del voler essere anticonformista ed indie a tutti i costi. Splendida la batteria prorompente e il ritornello accelerato è di quelli che ti entrano subito in testa.

Camden è una lettera nostalgica di un ragazzo italiano emigrato a Londra. Le ritmiche sono più leggere e a volte sembra di risentire gli echi di certi brani di Edoardo Bennato.

Cappello firmato vintage a righe blu è una critica verso i “modaioli” a tutti i costi. Un basso portante e ritmico la fa da padrone nell’intero brano.

La sindrome del giovane Holden è uno dei brani più rappresentativi con una strofa quasi spoken ed un esplosione melodica nel ritornello. Parla di un ragazzo che ha deciso di restare immaturo per sfuggire al peso delle responsabilità.

Mentre eri in viaggio è un brano aggressivo, strutturalmente semplice, con un bel giro di basso ed una batteria in “cassa dritta”, che non aggiunge e non toglie nulla al lotto.

Propaganda è un brano contro il capitalismo con una chitarra distorta che ricorda dei mostri sacri come i Black Rebel Motorcycle Club ma che poi nel ritornello si apre ad influenze folk.

L’estate del ‘96 vive nel rimpianto della spensieratezza dei giorni passati e la paura di un futuro incerto. Godibile il gioco di voci e chitarre.

Molly è una bella ballad rock che chiude l’album. I ritmi rallentano e il punk viene momentaneamente messo da parte per mostrare gli Osaka Flu a loro agio anche con atmosfere più pacate.

Complessivamente Km 183 è un disco vero, vissuto, diretto e senza troppi fronzoli che conferma gli Osaka Flu come una della migliori band punk in circolazione.

Questa la pagina facebook: https://www.facebook.com/TheOsakaFlu/

Questo il videoclip di Apocalhipster: https://www.youtube.com/watch?v=hWA4zdhAy9c

NICOLA LOTTI

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