Dopo alcuni cambi di line up tornano i Rashomon e danno alle stampe il loro secondo album Santo Santo Santo, inciso grazie ad una campagna di crowfunding su Musicraiser ed interamente autoprodotto. Il suono è un mix di pop e rap ma con un tappeto di rock grezzo e lineare a delinearne i confini. Colpisce molto anche la copertina dell’album, creata dall’artista Zamoc, che ci mostra un Superman eroinomane con tanto di siringa, perfetta rappresentazione dei testi dell’album incentrati sulle disillusioni, sui falsi miti, sui supereroi-antieroi (tema presente anche nei video e sui social network utilizzati dalla band).
Il disco si apre con Schiuma spray, dove con ritmi veloci ed incalzanti, si parla della giovinezza e del senso di libertà. In Amerika, primo singolo estratto, il riferimento sono proprio gli States, con i loro miti e le inevitabili disillusioni e falsità che vengono generate. Le sonorità sono più dark e compatte rispetto all’apertura del disco. Monkey Joe è invece un brano dedicato al nuovo chitarrista Giovanni (appunto Joe). Con ritmi semplici e sincopati ma decisamente rock il brano si stampa senza scampo nella testa dell’ascoltatore.
Auto Nera è il brano più rappresentativo dell’album. L’“auto nera” è l’auto funebre rappresentata alla perfezione dal lento e scuro incedere del sound nel brano, che rappresenta la fine del supereroe e l’avvento della fatalità.
Qui si chiude virtualmente il primo capitolo dell’album dedicato ai supereroi-antieroi. Fa da spartiacque la cover di Breathe dei Prodigy, portata avanti con un godibile e semplice arrangiamento in chiave punk-rock che dona nuova luce al brano già di per sé dall’attitudine punk, che viene valorizzata eliminando tutte le campionature e gli effetti dell’originale per lasciare più spazio alle chitarre distorte.
La seconda parte dell’album è quindi dedicata all’uomo ed è per questo anche la più intima. Si inizia con Non ci avranno mai, un inno alla ribellione urlato su un 4/4 classico e cassa dritta, e si prosegue con Nuvole basse, costruita con strofe ritmiche da “pogo” che si aprono su ritornelli ariosi e melodici. Mucho Mojo chiude il disco con un riff di chitarra molto apprezzabile e particolare che si ripete per tutto il brano.
I testi sono diretti e mai banali, i ritmi sempre veloci e le melodie semplici ma azzeccate. Aggiungiamo una nota di merito per l’artwork perfetto, che dà un valore aggiunto alla musica della band.
Un ottimo ascolto che consigliamo a tutti.
Qui la pagina facebook: https://www.facebook.com/rashorashorasho/
Qui il video di Amerika: https://www.youtube.com/watch?v=40ueWe7xrz0
NICOLA LOTTI