Ludovico, timido, schivo e un po’ depresso, studia economia all’università, ma ha un sogno nel cassetto: diventare un fumettista professionista. La sua vita piatta e priva di scossoni subirà un netto cambiamento con l’entrata in scena di Jack, criminale di periferia che lo costringerà a nasconderlo in casa sua, dopo aver rubato un ingente bottino al boss del quartiere.
Si tratta ovviamente di un racconto di formazione, la nascita di una strana amicizia che condiziona, in positivo, entrambi i protagonisti, ognuno a suo modo bisognoso dell’incontro con l’altro per arrivare, come recita il titolo, ad una svolta nella propria esistenza, per capire determinate cose e iniziare a farne delle altre.
Girato quasi interamente all’interno dell’appartamento di Ludovico, interpretato perfettamente da Brando Pacitto, con un buon utilizzo dei colori nella fotografia in grado di intensificare i momenti clou del racconto (ricorrendo spesso alle luci del neon e al rosso come tono preponderante), il regista esordiente Riccardo Antonaroli prende spunto prima di tutto dal capolavoro Il Sorpasso (di cui il protagonista ha appeso il poster nella sua casa), rielaborandolo in chiave moderna e ribaltando la prospettiva: i due personaggi opposti tra loro non si muovono all’esterno, bensì agiscono chiusi tra quattro mura (un capovolgimento che esprime la volontà di sondare maggiormente le interiorità dei personaggi in scena, piuttosto che i cambiamenti sociali del nostro Paese, così come avveniva nel film del 1962).
Dunque, laddove i protagonisti del film di Dino Risi, tramite l’incontro delle proprie diversissime personalità, percorrevano insieme le strade di Roma, alla ricerca di una propria identità, ma anche e forse soprattutto di un proprio equilibrio in un nuovo mondo che stava nascendo, i due protagonisti de La Svolta, invece, si rintanano in un appartamento e, in un crescendo sempre più intenso nell’evoluzione del loro rapporto, imparano non solo a volersi bene (nonostante l’assurdità del motivo del loro incontro), ma anche a capire se stessi e a trovare il coraggio per esprimersi al di fuori del micromondo che condividono loro malgrado.
A fare da intermezzo due vicine di casa, di cui una suscita dei sentimenti in Ludovico, che presto intavoleranno una conoscenza più approfondita con loro e, soprattutto, i lacchè del boss di quartiere che sono alla disperata e inarrestabile ricerca di Jack (magneticamente interpretato da Andrea Lattanzi), colpevole di aver rubato un sacco di soldi. Tra questi l’impressionante Marcello Fonte, forse il personaggio più iconico della pellicola, e due fedeli scagnozzi, uno dei quali riserverà una grande sorpresa verso il finale.
Rifacendosi anche a un certo cinema di genere che racconta di una criminalità di borgata, La Svolta assume per certi versi un’estetica fumettistica, in linea con le aspirazioni represse e nascoste del suo protagonista, fino ad arrivare ad un finale amaro in cui tornano le note dell’omonimo brano di Carl Brave, già presenti in apertura, a suggellare una storia di rinascita e autoaffermazione, raccontata in maniera intensa e suggestiva, in un crime movie di formazione che coinvolge, pur non essendo notevolmente originale, anche grazie all’ottima alchimia e alle impeccabili performance dei due attori protagonisti.
Trailer del film:
ALESSANDRA CAVISI