Vi ricordate le Riot Grrrl? Erano gli anni ‘90, quel magico decennio in cui potevamo parlare di cose di politica senza sentirci demodé e professarci incazzati senza temere di apparire ineleganti, quando essere cinico non era una virtù ed essere ironico era una dote ma non un diktat, quando il femminismo passava anche per le chitarre e il grunge ci aveva fatto tornare la voglia di rrruock. Ora, non siamo qui per tessere le nostalgiche lodi di un periodo che come tutte le epoche ha avuto alti ma anche bassi, né per sospirare su quanto fossero fighe le Bikini Kills (non così tanto in effetti), bensì per parlare del secondo album di una band nata e operativa in Italia oggi ma che porta evidentemente nel cuore e nel sound il nord-ovest degli Stati Uniti, il rock degli anni ‘90 e le ragazze arrabbiate, anche se quelle del versante meno estremo, più pop se vogliamo, per quanto possano essere definiti pop gli Hole, PJ Harvey o le Sleater Kinney.
Se ne state deducendo che No Time For Regrets sia un album derivativo, avete ragione, ma questo fatto non toglie niente alla qualità di nove canzoni che prendono al primo ascolto, per come il gruppo è in grado di unire una forte sensibilità melodica a uno spiccato gusto per le sonorità hard (non mancano nemmeno assoloni di chitarra dal gusto seventies, come quello che chiude Wish) ma anche alla voglia di non fossilizzarsi: è vero infatti che le atmosfere di cui abbiamo detto sono predominanti (alcuni passaggi di Let Me Shine per esempio rasentano pericolosamente il crinale del plagio di Celebrity Skin) ma qua e là, fra le suggestioni tutte americane di matrice garage e blues si affacciano anche rimembranze più europee dal sapore wave.
No Time For Regrets, certo, pensare troppo al passato è deleterio, ma un po’ di nostalgia può essere anche piacevole, in questo caso lo è.
Sito ufficiale: http://www.thedarkshines.com/
Video di Give Up: https://www.youtube.com/watch?v=GCua4QVir5A
LETIZIA BOGNANNI