1.Chi sei, da dove vieni e che musica proponi.
Mi chiamo Alvise Forcellini, il mio moniker è A Red Idea, vengo da lontano come diceva Willy Signori, cioè ho vissuto in tanti paesi e continenti, anche se da un po’ di anni vivo a Venezia. La mia musica è un rock alternativo, con influenze psichedeliche.
2.Il panorama musicale italiano aveva bisogno di te?
In generale un panorama musicale non ha bisogno di un artista prima che questo si manifesti, è solo dopo averlo ascoltato che ci rendiamo conto che sì, ci mancava. Comunque non credo che il panorama italiano abbia bisogno di me, però c’è un crescente numero di artisti italiani che si esprime in inglese, perché sono cresciuti ascoltando musica in quella lingua. Direi che faccio parte di quella movenza, di cui c’è bisogno.
3.Se tu fossi una meta da raggiungere con il “navigatore musicale”, quali coordinate di artisti del passato o del presente dovremmo impostare, come strada da percorrere per arrivare al tuo sound?
Dovresti partire dai soliti grandi nomi del rock anglosassone degli anni 60 e 70, e a un certo punto, diciamo dai Radiohead in poi, virare per sentieri meno battuti, alla ricerca di sound più rari, magari difficili, meno scontati: le chitarre di Beck, dei The Antlers, di Unkown Mortal Orchestra, le batterie di Alt-J, le melodie dei Midlake, i suoni lo-fi di Andrea Laszlo de Simone, eccetera… Forse però vi perdereste…
4.Il brano del tuo repertorio che preferisci e perché questa scelta.
Veramente una domanda difficile… Credo che ogni giorno della settimana potrei dare una risposta diversa. Oggi direi la canzone No more, il secondo brano dell’album, perché è nata per caso, non sapevo nemmeno se tenerla. Invece una volta registrata ha preso vita. Una bella sorpresa. Potete ascoltarla qui: https://open.spotify.com/track/6WU4AvnK6HLFkonmN8svAE.
5.Il disco che ti ha cambiato la vita.
Tutti dischi degli anni 70 dei Pink Floyd, che da adolescente ho ascoltato come solo un adolescente cresciuto prima di internet poteva fare. Se ne dovessi scegliere uno, forse Wish you were here.
6.Il tuo live più bello e quello invece peggio organizzato.
Bisogna avere fede nel futuro, quindi il più bello sarà il prossimo!
Tra i peggiori purtroppo c’è più scelta… Direi un concerto al Conservatorio di Venezia, in Sala Concerti, acustica tremenda, musicisti che avrebbero voluto essere altrove, professori che si impicciano, pubblico scarso e desolato. Ma si impara tanto anche in queste situazioni.
7.Il locale di musica dal vivo secondo te ancora troppo sottovalutato e, al contrario, quello eccessivamente valutato tra quelli dove hai suonato o ascoltato concerti di altri.
Per quello sottovalutato, l’Argo16 a Marghera: bella programmazione, è un locale che andrebbe riempito un po’ di più.
Quello eccessivamente valutato non saprei…
8.Le tre migliori band emergenti della tua regione.
Mi permetto di sceglierne quattro. Non so se si possano proprio definire emergenti però. Sono i Dnezzar, indie-folk visionario (https://open.spotify.com/album/6OikocBBAdobIoZqQ7F9eG), Are You Real?, pop-rock sognante (https://open.spotify.com/album/0VQJd4Hx4T7SfzMkxScRy0), Capitano Merletti, rock retrò e psichedelico (https://open.spotify.com/album/7BdYLy0a9qJrZeKktyS8vw) e Alberto Bettin E Gli Implacabili, cantautorato italiano spiazzante e progressivo (https://open.spotify.com/album/144pOGOjmoVX8RlZuGOnBP).
9.Come seguirti, contattarti, scambiare pareri con te.
Sito: http://beautifullosers.net
Facebook: https://www.facebook.com/aredidea
Spotify: https://sptfy.com/1d5T
Bandcamp: https://aredidea.bandcamp.com/.
10.La decima domanda, che mancava: “Fatti una domanda e datti una risposta”.
D: Cosa ti aspetti dal futuro?
R: Di fare sempre più musica.
DORIANA TOZZI