1.Chi siete, da dove venite e che musica proponete.
Siamo due poveri ragazzi marchigiani, della provincia di Ancona e proponiamo musica diversa da quella di oggi.
2.Il panorama musicale italiano aveva bisogno di voi?
Questo panorama non ha assolutamente bisogno di noi, siamo una voce fuori dal coro. La speranza è che tra la massa, ci sia ancora qualche sognatore come noi, in cerca di emozioni vere.
3.Se voi foste una meta da raggiungere con il “navigatore musicale”, quali coordinate di artisti del passato o del presente dovremmo impostare, come strada da percorrere per arrivare al vostro sound?
Bisognerebbe seguire le nuvole di fumo delle vecchie fabbriche di Birmingham, dove sono nati i Black Sabbath, dopodiché è tutta discesa. Prima verso Basildon alla corte dei Depeche Mode, per arrivare in Italia ci aspetta il paesaggio di Novafeltria e l’indimenticabile Ivan Graziani, ancora più a sud ci fermiamo a Poggio Bustone per fare un saluto al maestro della canzone italiana, Lucio Battisti. Per adesso spegniamo il navigatore.
4.Il brano del vostro repertorio che preferite e perché questa scelta.
Daniele: Ancora c’è: https://www.youtube.com/watch?v=0JYKMW6tWaQ. È la canzone che chiude il disco, quella che mi emoziona di più quando la canto e mi fa venire i brividi ogni volta che l’ascolto. Dopo averla scritta ho pensato che sarebbe stato un brano perfetto per Sanremo di tanti anni fa, quando al Festival non c’era spazio per i pagliacci.
Emanuele: Quasi innaturale dover scegliere quale dei tuoi “figli” sia migliore di un altro, ma se proprio devo dico Da Grande: https://www.youtube.com/watch?v=NR1AwYkSDNk. Un brano che racchiude in sé suoni e melodie che non possono lasciarti indifferente, e poi diciamo che è un filino autobiografico.
5.Il disco che vi ha cambiato la vita.
Daniele: Sabotage dei Black Sabbath. Avevo 15 anni, trovai in casa questa cassetta bianca e non avevo mai ascoltato una roba del genere. Rimasi folgorato. Poi ho comprato tutta la loro discografia e ho capito che la fusione di generi musicali differenti era la chiave per creare qualcosa di sensazionale.
Emanuele: Anthology dei Beatles, composta da sei dischi. Non aggiungerei altro.
6.Il vostro live più bello e quello invece peggio organizzato.
Daniele: Il più bello è stato quello in un pub della zona, c’era molta gente e si vedeva che avevano apprezzato la nostra proposta musicale. Mi ricordo che avevo una rosa sul taschino della camicia, la tirai su un tavolo di ragazze che conoscevo, ma il soffitto era troppo basso cosicché mi ricadde praticamente in testa.
Ricordo anche la volta in cui abbiamo portato delle vecchissime lampade di ottone, per fare scenografia. Tutti carichi pronti per iniziare, il bassista accende l’abat-jour e prende una scossa fortissima. Bum, salta la corrente… rimaniamo impalati sul palco. In ogni caso poi è stato un bel live, anche se il bassista ancora trema.
Il peggio lo lascio a te, caro Emanuele.
Emanuele: Il più brutto sicuramente è stato in un paesetto della nostra provincia, dove suonavamo in piazza ad una sagra di paese. Purtroppo si allungarono i tempi degli spettacoli precedenti, così il nostro concerto slittò ad un orario un po’ proibitivo. Ci trovammo a suonare davanti a poche persone, quasi tutti anziani, che ci guardavano un po’ infastiditi. È stato imbarazzante, abbiamo ridotto persino la scaletta.
7.Il locale di musica dal vivo secondo voi ancora troppo sottovalutato e, al contrario, quello eccessivamente valutato tra quelli dove avete suonato o ascoltato concerti di altri.
Daniele: Dalle nostre parti ci sono pochissimi locali che fanno suonare, forse questo è il vero problema che affligge tutte quelle band emergenti che vorrebbero esprimersi live. Ma di locali interessanti sparsi per l’Italia ce ne sono tanti, solo che suonano sempre gli stessi. Purtroppo è un problema di mentalità della gente, che non è interessata a vedere qualcosa che non conosce, preferisce andare sul sicuro guardando la solita band che fa canzoni di qualcuno più o meno famoso.
In realtà non vediamo molti concerti nei locali, perché non c’è mai niente che ci attira. Troviamo più interessanti quelli nei teatri o nei palazzetti. L’ultimo concerto che ho visto è stato quello di Niccolò Fabi al teatro La Fenice di Senigallia, uno spettacolo bellissimo con una qualità audio superlativa.
Emanuele: Consiglio il teatro delle Muse in Ancona, dove ho visto la grande Premiata Forneria Marconi.
8.Le tre migliori band emergenti della vostra regione.
Anomalia x2, Anomalia x2, Amonalia X2, non ne conosciamo altre. Vedere ed ascoltare per credere: https://www.youtube.com/results?search_query=il+programma+anomalia+x2.
9.Come seguirvi, contattarvi, scambiare pareri con voi.
Potete seguirci e scriverci su facebook https://www.facebook.com/Anomalia-x2-Daniele-Carnali–1013553235377051/.
Abbiamo anche un canale youtube: https://www.youtube.com/channel/UCzBRSO-NrxaK2nKHBiRmo8g dove potete continuare la triste moda di ascoltare brani in bassa qualità, risparmiando 10 euro per un disco di alta qualità.
10.La decima domanda, che mancava: “Fatevi una domanda e datevi una risposta”.
Emanuele:
D: Avresti mai pensato, caro il mio Emanuele, di scrivere, comporre e arrangiare dei tuoi brani?
R: No, mai. Una bella sorpresa che mi ha riservato la vita e Daniele, in prima persona, che ha saputo liberare la mia vena creativa.
Daniele:
D: Avresti mai pensato di cantare in pubblico?
R: No, perché essendo una persona che si emoziona facilmente, mi bastava e avanzava imbracciare la chitarra sul palco. Quando incisi il mio primo album solista al fonico che stava registrando gli dissi: “Io canterò soltanto in studio, non riuscirò mai a farlo davanti a qualcuno”.
DORIANA TOZZI