1.Chi siete, da dove venite e che musica proponete.
Siamo due amici, ci siamo conosciuti più o meno una decina di anni fa studiando jazz in una scuola di musica, poi la vita ci ha portato un po’ in giro per molto tempo per poi decidere di dedicarci a questo progetto, che con il jazz non ha nulla a che fare… Strana la vita eh?
2.Il panorama musicale italiano aveva bisogno di voi?
Non crediamo al concetto di bisogno in musica, francamente non ci abbiamo ragionato granché. Ci piace suonare insieme e scrivere delle canzoni. Ci piace poi suonarle in giro e ci piace quando alla gente piace. Forse lo facciamo più per noi che per il “panorama”.
3.Se voi foste una meta da raggiungere con il “navigatore musicale”, quali coordinate di artisti del passato o del presente dovremmo impostare, come strada da percorrere per arrivare al vostro sound?
Entrambi abbiamo un trascorso musicale molto ampio, dalla musica classica al jazz ma in Armaud cerchiamo di non porci troppe barriere, non parliamo mai in termini di stili. Non sappiamo veramente bene quali artisti dovreste ascoltare per arrivare ad Armaud perché dentro ci sono un sacco di cose: più che una strada penserei a un fiume, a qualcosa di più fluido in cui non ci sono aree di servizio in cui fermarsi.
4.Il brano del vostro repertorio che preferite e perché questa scelta.
Li amiamo tutti ovviamente ed è una scelta difficile, ma per esempio un brano come Ablaze ci regala tantissime emozioni. Ricordiamo quando ci è venuta fuori, durante un’improvvisazione, e ci guardammo come sorpresi di aver trovato una melodia così bella e quella stessa emozione fa fatica a spegnersi, la proviamo ogni volta che la suoniamo.
5.Il disco che vi ha cambiato la vita.
La vita ai giorni nostri cambia già da sola ogni cinque minuti, non c’è bisogno dei dischi.
6.Il vostro live più bello e quello invece peggio organizzato.
Ovviamente ci sono stati dei live dove per primi ci diamo accorti di essere particolarmente ispirati, ma spesso non dipende dal luogo ma da noi stessi. Quando però capita di suonare in posti che riteniamo “familiari” si crea sempre una certa magia, ci sentiamo a casa, e questo anche perché sono posti che frequentiamo volentieri a prescindere da Armaud; ci piace pensare che certe risonanze rimangano a rimbalzare fra le pareti di un posto e che la musica ne risenta.
7.Il locale di musica dal vivo secondo voi ancora troppo sottovalutato e, al contrario, quello eccessivamente valutato tra quelli dove avete suonato o ascoltato concerti di altri.
Sinceramente non sappiamo dirti cosa sia sopravvalutato o meno, non è una questione di locali spesso ma di situazioni, persone e risonanze come dicevamo prima. La verità è più complessa, i posti poi cambiano gestione spesso quindi non sarebbe giusto parlare bene o male di luoghi che non sappiamo neanche se esistono ancora.
8.Le tre migliori band emergenti della vostra regione.
Sicuramente Livia Ferri, artista con la quale abbiamo avuto il piacere e l’onore di collaborare. Poi ci sono i Mamvegas e gli WOW. Amici e artisti veramente notevoli!
9.Come seguirvi, contattarvi, scambiare pareri con voi.
Telefonateci da una cabina! Ahahah. A parte gli scherzi, la pagina facebook è sicuramente la strada più semplice, oppure la nostra mail:
https://www.facebook.com/armaudband?ref=bookmarks
armaudmusic@gmail.com.
10.La decima domanda, che mancava: “Fatevi una domanda e datevi una risposta”.
D: Suonare è la risposta alle vostre domande esistenziali?
R: No. Ma suonando almeno ci dimentichiamo temporaneamente di quelle domande.
DORIANA TOZZI