1.Chi sei, da dove vieni e che musica proponi.
Sono Antonino Barresi, musicista di origini lucane, di stanza a Bologna, fondatore e coautore del progetto/collettivo strumentale Barresi Project.
Proponiamo un sound di ricerca e contaminazione tra radici sonore tipiche della world music e le nuove tendenze internazionali riguardanti in particolare la musica elettronica nella sua più ampia accezione e accompagnata da qualche pillola cantautorale.
2.Il panorama musicale italiano aveva bisogno di te?
No di certo, la “Musica” non ha bisogno di nessuno.
3.Se tu fossi una meta da raggiungere con il “navigatore musicale”, quali coordinate di artisti del passato o del presente dovremmo impostare, come strada da percorrere per arrivare al tuo sound?
Come punto di partenza potremmo sicuramente dare le nostre profonde radici folk del sud Italia, i cui autori sono totalmente sconosciuti o meglio “non nominati” negli antichi passaggi di parola; poi, percorrendo strade a pedaggio, potremmo passare per i flauti traversi di Ian Anderson e i suoni delle parole nei testi icone del cantautorato in stile De Andrè.
Una sosta in un autogrill a metà strada tra ascolti input elettro-swing e dub & dubstep e, per finire in quel che definirei un “quasi arrivo”, un’“apnea” nella ricerca del gusto e nel “soul popular ” armonizzato nella Nuova Zelanda di Fat Freddy’s Drop.
4.Il brano del tuo repertorio che preferisci e perché questa scelta.
La Vecchia, perché ha un fortissimo valore affettivo: in primo luogo rappresenta al meglio il viaggio/missione tra generi musicali, che si concretizza nel tentativo di portare i linguaggi della nostra cultura strumentale popolare in versione electro contemporanea: nel videoclip partiamo per una missione nello spazio per andare a gonfiare e poi lanciare in orbita un enorme maiale in stile Floyd, simbolo della tradizione popolare e delle nostre prime influenze musicali; in secondo luogo è l’ultima mia produzione, in cui ho avuto l’onore di avere al mio fianco Roberto “Freak” Antoni, che nel video impersona “La Vecchia – Capo della missione degli astronauti”.
5.Il disco che ti ha cambiato la vita.
Sarebbero tanti a pari merito. Ogni disco che ascolti ti cambia un po’ la vita se vivi di musica.
Uno dei primi shock comunque è stato The Wall, il primo cd che ho comprato a dieci anni.
6.Il tuo live più bello e quello invece peggio organizzato.
Il più bello sarà sempre “il prossimo”, il peggiore lo rimuovi subito.
7.Il locale di musica dal vivo secondo te ancora troppo sottovalutato e, al contrario, quello eccessivamente valutato tra quelli dove hai suonato o ascoltato concerti di altri.
Non ha senso parlare di un locale o di un altro. In generale il live nei club in Italia vive un momento molto difficile. Il discorso è molto delicato, perché contiene alcune contraddizioni di fondo che necessitano di ben più che poche righe… Posso semplicemente consigliare di sostenere le reti di produzioni indipendenti e i locali che le supportano e che tentano di evitare i soliti parassiti, finti editori/distributori , e i “manager per un giorno” che ultimamente si moltiplicano e approfittano delle energie emergenti in buona fede, vendendone il sudore al ribasso per circostanza, e inducendoli a sacrifici artistici ed economici che nulla hanno a che vedere col loro “eventuale” talento…
8.Le tre migliori band emergenti della tua regione.
Renanera
BalcaBandanica
MusicaManovella
9.Come seguirti, contattarti, scambiare pareri con te.
info@barresiproject.com
https://www.facebook.com/barresiproject
https://www.soundcloud.com/barresi-project
10.La decima domanda, che mancava: “Fatti una domanda e datti una risposta”.
D: Nove domande possono bastare?
R: Sì, ringraziando voi e chi leggerà, per la curiosità concessa.
DORIANA TOZZI