1.Chi siete, da dove venite e che musica proponete.
Ciao ragazzi, noi siamo i Baryonyx da Livorno e suoniamo un rock elettronico con sfumature pop.
2.Il panorama musicale italiano aveva bisogno di voi?
Il panorama musicale italiano, specialmente quello indipendente, è veramente ricco di protagonisti: ce n’è davvero per ogni gusto. Dal nostro punto di vista direi che in un certo senso offriamo un sound unico, diverso da altri generi. Non è facile infatti identificarci sotto uno stesso tetto musicale assieme ad altri artisti, un po’ perché cerchiamo di mettere noi stessi dentro ogni brano, sia nei testi che nelle musiche. Inoltre non ci piace cadere nel banale e nello scontato, quindi in questo senso direi di sì, c’era bisogno di noi.
3.Se voi foste una meta da raggiungere con il “navigatore musicale”, quali coordinate di artisti del passato o del presente dovremmo impostare, come strada da percorrere per arrivare al vostro sound?
Forse a metà tra M83 e Oasis; senza dubbio per quanto riguarda il territorio italiano i Subsonica, infatti già in molti hanno accomunato il nostro sound al loro.
4.Il brano del vostro repertorio che preferite e perché questa scelta.
Matteo: Il brano che preferisco è Inferno #3 perché ha quel qualcosa di particolare e diabolico, una miscela di suoni e atmosfere che ti catturano già dai primi secondi; e poi perché ci sono evidenti riferimenti all’Inferno di Dante che a me personalmente intriga molto.
Antonio: personalmente ritengo che la canzone di punta del disco e anche mia preferita sia P.P.F.: è un po’ la sintesi di tutto il nostro percorso musicale ed ha un sound che prende al cuore, ve lo consiglio.
5.Il disco che vi ha cambiato la vita.
Voglio essere sincero: quando ero piccolo disprezzavo la musica, infatti non ascoltavo niente tranne che qualche hit famosa di tanto in tanto alla radio. Le mie attitudini cambiarono quando per caso ascoltai una canzone in TV, Boulevard of broken dreams dei Green Day, e poi quando ascoltai l’album American Idiot: furono proprio loro, infatti, con la loro musica, a cambiarmi e a farmi trovare passione nel suonare uno strumento musicale. Di lì a poco cominciai lezioni di chitarra.
6.Il vostro live più bello e quello invece peggio organizzato.
È difficile a dirsi perché ci sono stati molti live belli, però se dovessi scegliere quello più bello sarei indeciso tra quello ad Alessandria per la finale nazionale del Morning Glory Contest e quel bel concerto che facemmo al The Cage Theatre qui a Livorno.
Il concerto peggiore in assoluto, almeno per me, è stato al Buti, perché ricordo che la sera prima eravamo a vedere Noel Gallagher con gli High Flying Birds a Firenze e io urlai così tanto che persi quasi del tutto la voce e il giorno dopo, ovvero il giorno del nostro concertone, salii sul palco praticamente muto.
7.Il locale di musica dal vivo secondo voi ancora troppo sottovalutato e, al contrario, quello eccessivamente valutato tra quelli dove avete suonato o ascoltato concerti di altri.
Guarda, onestamente locali sottovalutati dove abbiamo avuto modo di prendere parte sia come musicisti che come ascoltatori non me ne ricordo: abbiamo sempre trovato una certa serietà rispetto alle aspettative che ci erano state date.
Tra i locali eccessivamente valutati purtroppo in zona nostra ce ne sono invece molti, spesso più per il rapporto che viene tenuto da parte dei titolari nei confronti dei musicisti che per le caratteristiche tecniche. Mi viene sicuramente in mente l’american diner Surfer Joe, che dalle nostre parti è praticamente inaccessibile per alcune band anche solo per suonare però, ovviamente, niente di personale sia chiaro.
8.Le tre migliori band emergenti della vostra regione.
È difficile indicare tre band perché ci sono davvero molte realtà interessanti intorno a noi. Sicuramente anche se non è una band segnalo il rapper Manu PHL: facebook.com/manuphlmusic
Segnalo inoltre i nostri amici Crosswise Decay, che ci hanno aperto anche dei concerti in passato: facebook.com/CrosswiseDecay
Infine un’altra band nostra amica, i Damp Box: facebook.com/Damp.Box.
9.Come seguirvi, contattarvi, scambiare pareri con voi.
Potete seguirci sui seguenti canali:
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Vevo: vevo.com/artist/baryonyx
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10.La decima domanda, che mancava: “Fatevi una domanda e datevi una risposta”.
D: Pensate mai che non valga la pena portare avanti il vostro progetto?
R: Spesso è veramente difficile portare avanti i progetti in cui si crede, e l’arte penso sia la strada più inerpicata di tutte: spesso si è sfruttati, non viene dato valore a ciò che si produce e agli sforzi sia economici che fisici fatti nel portare avanti la causa. Ma nonostante tutto alla fine l’arte (e la musica in particolare) compensa sempre tutto questo. L’essere apprezzati da chi ci ascolta e vedere lì davanti ai tuoi occhi ciò che hai creato è davvero impagabile. Non molliamo mai! E lo dico a tutti i musicisti indipendenti.
Un saluto dai Baryonyx, grazie ancora.
DORIANA TOZZI