Thumbnail: uno sguardo su Calvino (Speciale Premio Buscaglione)

1.Chi sei, da dove vieni e che musica proponi.

Sono un ragazzo di 28 anni, vengo da Milano e propongo una musica che nasce dal confronto con le cose che mi succedono e non capisco, fino al momento in cui diventano canzoni.

2.Il panorama musicale italiano aveva bisogno di te?

È una domanda che cerco di non pormi. Diciamo che io avrei bisogno del “panorama musicale italiano” o semplicemente di artisti da prendere come esempi di sincerità e libertà, molto egoisticamente. Sulla mia “utilità” forse spetta ad altri decidere, forse no.

3.Se tu fossi una meta da raggiungere con il “navigatore musicale”, quali coordinate di artisti del passato o del presente dovremmo impostare, come strada da percorrere per arrivare al tuo sound?

Potrei cambiare risposta innumerevoli volte. Le coordinate di oggi partono da Lucio Dalla, passando per i Beatles e approdando ai Future Islands. Ma queste forse sono solo coordinate “ideali”.

4.Il brano del tuo repertorio che preferisci e perché questa scelta.

Scelgo Gli astronauti perché è la più divertente e liberatoria da suonare dal vivo: https://www.youtube.com/watch?v=DHSxa82MoI0

5.Il disco che ti ha cambiato la vita.

Lucio Dalla – Lucio Dalla

6.Il tuo live più bello e quello invece peggio organizzato.

Il live a cui sono più affezionato non è stato necessariamente il più bello. È stata la presentazione del disco all’Arci Ohibò di Milano, una serata piena di amici e la gioia della prima data con i ragazzi che suonano con me e che ora fanno parte del progetto, oltre ai primi passi nel mondo reale del mio primo disco.

La peggio organizzata risale a parecchi anni fa ormai. Un concerto in acustico in un bar alla periferia di Milano lottando strenuamente con le assordanti macchinette videopoker nella sala a fianco.

7.Il locale di musica dal vivo secondo te ancora troppo sottovalutato e, al contrario, quello eccessivamente valutato tra quelli dove hai suonato o ascoltato concerti di altri.

Così di getto mi vien da dire che il più sopravvalutato è il Blue Note di Milano per un semplice motivo: troppo caro.

Pensando ai più sottovalutati mi vengono in mente una miriade di circoli fuori dalle grandi città che sopravvivono grazie all’entusiasmo di gruppi di amici che faticosamente programmano, organizzano, riuniscono persone con mezzi economici praticamente inesistenti e che al momento tengono in piedi la maggior parte dei tour dei musicisti indipendenti.

8.Le tre migliori band emergenti della tua regione.