1.Chi siete, da dove venite e che musica proponete.
Un fiorino! Siamo Giorgieness, volutamente senza articolo. Perchè – per citare un nostro pezzo – siamo un corpo immenso, composto da me, Giorgia, Andrea al basso, Luca alla batteria e Davide alla chitarra e alla produzione. Funziona che io scrivo i pezzi, tendenzialmente voce e chitarra, quindi l’idea, che di solito è già ben strutturata, e poi si va avanti insieme. Ma è doveroso dire che siamo molti di più, perché tutte le persone con cui lavoriamo (o semplicemente che ci supportano in mille modi diversi da quelli canonici) sono anche e soprattutto umani di cui mi fido tantissimo e non è esagerato usare il termine “famiglia”. Veniamo da vari punti della Lombardia (Valtellina, Milano, Brianza) e facciamo il rock.
2.Il panorama musicale italiano aveva bisogno di voi?
Io penso di sì, ma in modo molto umile davvero, semplicemente perché la formula esiste e straesiste, ma forse non come l’abbiamo proposta noi. Non è un giudizio di merito ed è difficile perché si tende a fare una sottocategoria delle “donne che cantano” o come lo chiamo io “delle chitarre col reggiseno e i collant”. Ma siamo tutte diverse, perché la musica non ha sesso e vorrei davvero si superasse questa cosa, come le serate ghettizzanti di ragazze che suonano, perché spesso e volentieri si passa dal folk al black metal e chi viene a sentire penso rimanga confuso. Io rimango confusa.
Però la risposta può essere benissimo no, non credo ci sia bisogno di un gruppo, nel senso, la musica, per quanto per me e probabilmente per te che leggi è una parte fondamentale della vita, per tanti altri è quella cosa che ascolti in macchina mentre vai al lavoro, o mentre stiri, e te la sceglie la stazione radio. Io mi auguro che qualcuno ascoltandoci pensi che avesse proprio bisogno di sentirsi dire quelle cose lì, in quel modo lì.
3.Se voi foste una meta da raggiungere con il “navigatore musicale”, quali coordinate di artisti del passato o del presente dovremmo impostare, come strada da percorrere per arrivare al vostro sound?
Facendo finta di essere su Spotify e cercando “Artisti Simili” penso che si possa andare da P.J. Harvey agli Smashing Pumpkins, passando per i Nirvana – che ho iniziato ad ascoltare a 21 anni – fino a Janis Joplin. Non lo so, è difficile, ascolto un sacco di musica e ci sono mille cose che mi restano dentro. Non sono brava in questo genere di domande.
4.Il brano del vostro repertorio che preferite e perché questa scelta.
Penso sia il nostro ultimo singolo, Come se non ci fosse un domani. Riesce a mettere insieme i mondi che amo, quello fumoso riverberato, sussurrato, e quello rock cattivo che fa sbreng: https://www.youtube.com/watch?v=2EGeTmirMu0.
5.Il disco che vi ha cambiato la vita.
Animals dei Pink Floyd. Riesco ancora ad ascoltarlo e trovarci dentro cose che non ho mai sentito, pur non essendo il più complesso della band. Ha un potere calmante su di me che nessuna sostanza potrà mai sostituire.
6.Il vostro live più bello e quello invece peggio organizzato.
Eh, ma che domande difficili! Il live più bello è l’ultimo che abbiamo fatto e anche il prossimo che faremo. Non è mai la stessa cosa, ed è sempre bello suonare i nostri pezzi davanti alle persone, ti danno in dietro sempre tantissimo. Il peggio organizzato forse l’ho proprio organizzato io. Non c’era nessuno o quasi. Ho imparato che non posso inventarmi promoter, non ci sono proprio tagliata, quantomeno non per date intere.
7.Il locale di musica dal vivo secondo voi ancora troppo sottovalutato e, al contrario, quello eccessivamente valutato tra quelli dove avete suonato o ascoltato concerti di altri.
Allora inizio dal peggiore, che ha pure chiuso. La cosa triste è che si tratta di un locale storico di Milano, che in passato è stato sicuramente un posto ottimo dove suonare. Quando ci siamo arrivati noi, a Le Scimmie, ci siamo visti trattare come se ci stessero facendo un favore e pure di quelli grossi. Rimasta famosa tra me e Andrea la frase, detta prima di cena : “Ragazzi, acqua per tutti?”. Triste, solo questo.
Il migliore ha tanti nomi, credo che molte piccole realtà siano sottovalutate, poi ci entri e trovi persone splendide che ci lavorano seriamente e con passione e allora sei felice anche di suonare gratis o a rimborso spese, perché ti senti voluto in quel posto e di conseguenza coccolato. Quando siamo stati in Toscana, dalle parti di Pisa, mi hanno portato un sacchetto pieno di Kinder Bueno solo perché sapevano che sono i miei preferiti. Piccole cose, basta davvero poco a farci felici.
8.Le tre migliori band emergenti della vostra regione.
Ci sono queste due pazze che si chiamano Periodo Ipocondriaco, dalle quali sto aspettando grandi cose (https://www.facebook.com/Periodo-Ipocondriaco-729465363737019/?fref=ts), che sono una sorta di Vascobrondine e mi piacciono da matti.
Poi credo tantissimo in un progetto hardcore punk che si chiama CoXtola, che trovo molto melodico nonostante il genere (https://www.facebook.com/coxtola/?fref=ts) e infine i miei preferiti in assoluto, gli Endrigo (https://www.youtube.com/watch?v=CgU13f5Xkc8) ai quali davvero auguro ogni tipo di bene possibile. Sono uno di quei gruppi di cui ti innamori al primo ascolto, soprattutto se live. Sono dei cazzoni, ma ci credono tantissimo e in quel modo che ti fa perdere il lavoro, ma sei felice comunque.
9.Come seguirvi, contattarvi, scambiare pareri con voi.
Un po’ su tutto l’internet! Facebook: https://www.facebook.com/giorginess/
Twitter: https://twitter.com/giorgieness?lang=it
Bandcamp: https://giorgieness.bandcamp.com/
Soundcloud: (con coverine della cameretta esclusive): https://soundcloud.com/giorgieness
Spotfy: https://open.spotify.com/artist/4QYFjNac8XiU828KjV1oWA
iTunes: https://itunes.apple.com/it/artist/giorgieness/id988689099
E se poi volete sapere cosa c’è dietro le canzoni, questo è il blog su cui scrivo: http://giorgieness.blogspot.it/
10.La decima domanda, che mancava: “Fatevi una domanda e datevi una risposta”.
D: Di domande ce ne facciamo sempre troppo poche. Quindi faccio io una domanda a voi, che è quella che mi pongo ogni mattina: Sei dove vuoi essere? Stai dando il massimo che al momento ti è concesso di dare?
R: Per me, da un po’ di tempo a questa parte, la risposta è sì.
DORIANA TOZZI