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Thumbnail: uno sguardo su Il DUbbio

THUMBNAIL1.Chi siete, da dove venite e che musica proponete.

Il DUbbio nasce per spontaneo nel 2017. Avevamo iniziato a fare delle jam session all’interno del nostro progetto post-rock, Il Demone Meschino, aggiungendo elettronica nei brani; poi le jam si sono trasformate in nuovi pezzi e man mano il genere e lo stile si sono mostrati totalmente diversi, per cui abbiamo capito che era ormai il caso di dividere i due progetti. Oggi il DUbbio è portato avanti principalmente da me (Niko Lotti) ma mi avvalgo della collaborazione di musicisti che mi accompagnano ormai da dieci anni (Fabio Lotti alla chitarra e Gianfranco “Mode-G” Chieppa alla voce). La musica che proponiamo è fondamentalmente spoken rock elettronico. La scelta del “parlato” deriva dalla volontà di lanciare messaggi forti e chiari all’ascoltatore, cercando di enfatizzare i testi.

2.Il panorama musicale italiano aveva bisogno di voi?

Noi cerchiamo di proporre qualcosa di innovativo e diverso, oltre al fatto che lo facciamo attraverso un genere che oggi meriterebbe più spazio nel panorama musicale. Cerchiamo sempre di costruire brani articolati, senza restare agganciati ai classici schemi strofa-ritornello-strofa e creando un flusso di musica e parole. Se poi tutto questo serviva o no al panorama musicale italiano lo scopriremo… solo vivendo.

3.Se voi foste una meta da raggiungere con il “navigatore musicale”, quali coordinate di artisti del passato o del presente dovremmo impostare, come strada da percorrere per arrivare al vostro sound?

Personalmente credo che anche il più pop degli artisti abbia qualcosa da raccontare e da cui è utile apprendere. Escludo da questo discorso gli artisti dei talent, perché li ritengo carne da macello delle major che si ritrovano lì senza esser passati da quel passaggio fondamentale nella vita di un artista: la gavetta. Detto questo, le coordinate che portano al DUbbio viaggiano tra Massimo Volume, Offlaga Disco Pax, Cosmo, LCD Soundsystem, Joy Division e qualche veloce sosta presso cantautori come Battisti e Battiato.

4.Il brano del vostro repertorio che preferite e perché questa scelta.

L’ultimo, quello che non ho ancora chiuso, quello che manda avanti il processo creativo, che assieme al live è la cosa più bella per un musicista. A parte questo, un’affezione particolare ce l’ho per il primo brano nato, quello che mi ha portato a credere in questo progetto fino a dar vita ad un intero album, e cioè Conto i passi. Nato da un giro di pianoforte e con un testo drammatico. E proprio questo brano è stato scelto come primo singolo e primo video, per cui presto potrete ascoltarlo e vederlo.ildubbio

5.Il disco che vi ha cambiato la vita.

Sono due: il primo è senza “DUbbio” Nevermind dei Nirvana. Potrebbe sembrare una scelta banale ma per me non lo è affatto: era il disco che ascoltavo sempre in macchina con gli amici, ben 24 anni fa, e che mi ha fatto appassionare alla musica. Da lì decisi di impugnare uno strumento ed essere un musicista.
Il secondo è Lateralus dei Tool. Questo è semplicemente il disco più articolato, evocativo e completo che abbia mai ascoltato nonché quello che mi incita a non smettere mai di essere musicista…

6.Il vostro live più bello e quello invece peggio organizzato.

Di bei live ce ne sono stati diversi, ognuno legato ad un diverso ricordo. Tra i migliori c’è il live al Demodé di Bari, qualche anno fa. Abbiamo avuto un’accoglienza da grandi artisti, un ottimo service, un fonico preparato, un camerino riservato e tanta gente sotto il palco.
Il peggiore, invece, lo ricordo comunque con un sorriso: eravamo in un locale dell’entroterra del nord barese in occasione di un contest male organizzato; dovevamo scontrarci con una band di ragazzi giovanissimi del posto. Noi avevamo circa cinque “seguaci” mentre l’altra band, giocando in casa, si era portata tutta la “famiglia allargata”. Capimmo subito di esser nel posto sbagliato al momento sbagliato ma suonammo lo stesso al nostro meglio, sotto gli occhi scettici di qualche nonnetto che ci lanciava occhiatacce. Consolazione della serata fu però il fatto che mangiammo e bevemmo a sbafo…

7.Il locale di musica dal vivo secondo voi ancora troppo sottovalutato e, al contrario, quello eccessivamente valutato tra quelli dove avete suonato o ascoltato concerti di altri.

Sono affezionato ad un locale di Canosa di Puglia, l’Internet Rock Cafè, secondo me ancora troppo sottovalutato; nel suo piccolo ha sempre lasciato ampio spazio alle band emergenti senza porsi il problema tipico dei locali che fanno musica dal vivo, che ti chiedono “Quanta gente mi porti?”.
Al contrario, un locale forse un po’ sopravvalutato è lo stesso Demodé di cui ho parlato sopra, ma solo per una questione di acustica non proprio ottimale. È un peccato perché è uno dei locali più attivi della zona.

Cito sicuramente il nostro amico Luca Molla, ormai prossimo al terzo album, con il suo cantautorato pop elettronico ben curato. Poi Makai, progetto del mio amico Dario.

ildubbioniko8.Le tre migliori band emergenti della vostra regione.

Cito sicuramente il nostro amico Luca Molla, ormai prossimo al terzo album, con il suo cantautorato pop elettronico ben curato. Poi Makai, progetto del mio amico Dario.

9.Come seguirvi, contattarvi, scambiare pareri con voi (inserire qui vostri siti, blog, myspace, facebook…).

Ci stiamo organizzando per essere sempre più presenti ed attivi sui social comunque ci trovate pricipalmente su facebook:
https://www.facebook.com/gian.dubbio.9
https://www.facebook.com/IlDubbioBand/

10.La decima domanda, che mancava: “Fatevi una domanda e datevi una risposta”.

D: Perché suoni?
R: Sembrerà banale, ma suonare per me ormai è una vera e propria esigenza. Non sono più un ragazzino che suona solo per “farsi vedere”. La musica è la mia valvola di sfogo, stimola la mia creatività e mi aiuta a creare qualcosa che mi rende felice. Credo infatti che se quello che faccio non piace prima a me, sarà difficile riuscire a raggiungere le emozioni del pubblico. Per questo faccio solo ciò che amo e amo ciò che faccio.

DORIANA TOZZI

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