1.Chi siete, da dove venite e che musica proponete.
Siamo Il Fieno, veniamo da Milano e provincia e suoniamo la musica che ci piace: c’è chi ci sente un po’ di new wave, chi ci accosta al pop-rock di matrice britannica, chi vede nei nostri testi un qualche richiamo cantautorale. Noi abbiamo sempre dato poco peso alle etichette: andiamo dritti per la nostra strada, che è quella di tentare di scrivere canzoni sempre migliori. Canzoni che parlino per noi.
2.Il panorama musicale italiano aveva bisogno di voi?
Se il panorama musicale italiano ha bisogno anche solo della metà della roba che lo popola allora sì, direi che ha decisamente bisogno di noi. Se non altro perché siamo quel che suoniamo. Ecco, se c’è una cosa che mi viene da dire alla gran parte delle band italiane contemporanee è “io non ti credo”. Noi, è sicuro, siamo sinceri in tutto quello che facciamo.
3.Se voi foste una meta da raggiungere con il “navigatore musicale”, quali coordinate di artisti del passato o del presente dovremmo impostare, come strada da percorrere per arrivare al vostro sound?
The Cure, Joy Division, New Order, Blur, Bowie e Iggy nel periodo berlinese. Tra gli italiani CCCP e CSI. Come band più recenti The National e Arcade Fire. O almeno, ci piacerebbe.
4.Il brano del vostro repertorio che preferite e perché questa scelta.
Alessandro: Hiroshima è stata la mia preferita praticamente da subito.
Gabriele: Del Conseguimento Della Maggiore Età (ma nella versione pubblicata ne I Vivi). Per il testo soprattutto.
Gianluca: di Hiroshima sono molto orgoglioso, in particolare per quanto riguarda la struttura. Poi ha un’intensità di esecuzione e un testo che mi commuovono sempre.
5.Il disco che vi ha cambiato la vita.
Alessandro: il White Album dei Beatles, King For A Day e Fool For A Lifetime dei Faith No More, Darklands dei Jesus And Mary Chain.
Gabriele: probabilmente Mule Variations di Tom Waits, Unknown Pleasures dei Joy Division e In Utero dei Nirvana.
Gianluca: Abbey Road e Rubber Soul dei Beatles, Achtung Baby e The Unforgettable Fire degli U2 e tutta la scena cantautorale italiana degli anni ’70 che mi ha completamente stravolto l’adolescenza.
6.Il vostro live più bello e quello invece peggio organizzato.
Con la vecchia formazione suonammo ad un festival in zona Varese organizzato dall’amico Antonio Sarubbi: in un set di 40 minuti riuscimmo a spaccare un’asta, un microfono, una spia, a farci quasi menare dai fonici e a rendere il palco inservibile tra sputi, birra e un bicchiere rotto. Tutt’ora non sapremmo se definirla la nostra data peggiore o la migliore. Gran cosa la gioventù.
7.Il locale di musica dal vivo secondo voi ancora troppo sottovalutato e, al contrario, quello eccessivamente valutato tra quelli dove avete suonato o ascoltato concerti di altri.
Ogni volta che suoniamo al Circolone di Legnano ci viene il magone da quanto è figo. Ci siamo trovati da dio pure a Le Mura di Roma e al Paniere di Crema (Dino über alles!), anche se il nostro cuore appartiene al Filagosto Festival di Bergamo: umanamente e artisticamente, situazione e persone bellissime.
8.Le tre migliori band emergenti della vostra regione.
Gouton Rouge (Hitchcock punk: goutonrouge.bandcamp.com), Les Enfants (Indie pop: facebook.com/LesEnfantsArt), Brenneke (Indie-cantautore: facebook.com/brennekesound).
9.Come seguirvi, contattarvi, scambiare pareri con voi.
Principalmente su facebook.com/ilfieno e ilfieno.it
10.La decima domanda, che mancava: “Fatevi una domanda e datevi una risposta”.
D: C’è una persona in particolare che vorreste ringraziare?
R: Sì, è Jessica Bartolini: booker, artista, fotografa e Amica. Per una nostra errata corrige è rimasta fuori dai credits del disco: la porteremo fuori a cena per farci perdonare. Jessy, se stai leggendo queste righe: amaci lo stesso.
DORIANA TOZZI