1.Chi siete, da dove venite e che musica proponete.
Siamo i KiwiBalboa, veniamo da Genova e facciamo rock, alternative rock, anche se a dire la verità spesso anche noi ci chiediamo che genere di musica facciamo, sai? Ci ha aiutato molto arrivare alla presa di coscienza che non era il caso di mettere filtri o cercare di uniformarci ad uno stile, sentiamo che il filo conduttore c’è, e questo filo conduttore siamo noi stessi con il nostro modo di scrivere musica.
2.Il panorama musicale italiano aveva bisogno di voi?
No, il panorama musicale non ha bisogno di noi, come non ha bisogno anche di tante altre band. Siamo noi ad avere bisogno di affacciarci alla finestra e dare il nostro contributo, piccolo o grande che sia. Insomma, abbiamo voglia di suonare e di condividere la nostra musica, il raggiungimento dell’obiettivo è a volte anche un semplice apprezzamento da parte di qualcuno che ha usato il suo tempo per sedersi ed ascoltare il nostro EP. Quella è già una grandissima soddisfazione!
3.Se voi foste una meta da raggiungere con il “navigatore musicale”, quali coordinate di artisti del passato o del presente dovremmo impostare, come strada da percorrere per arrivare al vostro sound?
Il nostro sound mescola le esperienze musicali di tutti: abbiamo origini musicali estremamente difformi l’uno dall’altro, dal punk al rock più pesante passando per il cantautorato più classico. Crediamo che nel nostro EP si possa scorgere questo mix di ascolti. Impostare il navigatore musicale vorrebbe dire fare uno zig zag ed il cerchio della morte fra tutto quello ci piace, un esempio? La scena grunge degli Alice in Chains, Nirvana, Stone Temple Pilots, passando per Luca Carboni, i Kyuss o ancora Box Car Racer, Deus, Mineral, Grade, fermandosi ad un semaforo fischiettando motivetti di Brassens, Ivan Graziani e molti altri ancora.
4.Il brano del vostro repertorio che preferite e perché questa scelta.
Ciano. Non tanto per la storia che ruota attorno al pezzo (le pene d’amore di un nostro caro amico) quanto per le sonorità ed il divertimento nel suonarla ogni volta. È un brano che abbiamo arrangiato in mille modi diversi dalla sua scrittura iniziale, è un po’ il foglio bianco su cui scrivere ogni volta qualcosa di nuovo mantenendo comunque un’identità precisa del pezzo (e poi è pestata): https://soundcloud.com/kiwibalboa/ciano.
5.Il disco che vi ha cambiato la vita.
Festivalbar 93: https://it.wikipedia.org/wiki/Festivalbar_1993_(compilation)
6.Il vostro live più bello e quello invece peggio organizzato.
Abbiamo pochissima esperienza come band live, quindi nessun evento degno di nota, né nel bene né nel male: siamo rimasti noiosamente chiusi in studio a preparare i primi live degni di nota (venite a sentirci il 12 Maggio a Genova al Teatro Altrove).
7.Il locale di musica dal vivo secondo voi ancora troppo sottovalutato e, al contrario, quello eccessivamente valutato tra quelli dove avete suonato o ascoltato concerti di altri.
Genova è una piazza difficile per le band emergenti (e non), siamo ottimisti e contenti nel vedere come La Claque e il Teatro Altrove stiano trovando una collocazione alta nel ranking “posti bellissimi dove suonare”; diciamo che meritano ancora molto di più di quello che stanno facendo, che è già tantissimo.
8.Le tre migliori band emergenti della vostra regione.
Od Fulmine: https://soundcloud.com/theprisoner-1/sets/od-fulmine-od-fulmine-greenfog
En Roco: https://enroco.bandcamp.com/album/n-uomini-n-ragazzi
Escobar: https://open.spotify.com/artist/7xSGRz2EdhCrAstjTv8vtM
Isaak: https://open.spotify.com/artist/3fOsDHMN2dHfSVzpAEusFg
9.Come seguirvi, contattarvi, scambiare pareri con voi.
10.La decima domanda, che mancava: “Fatevi una domanda e datevi una risposta”.
D: Se doveste scegliere un disco internazionale e uno italiano che avreste voluto scrivere?
R: Stefano (basso e cori): Blues for the red sun dei Kyuss e Requiem dei Verdena.
Davide (batteria e cori): Nevermind dei Nirvana, ma non ascolto molto la musica italiana, per cui alla seconda parte non saprei rispondere.
Tommaso (chitarra e voce): Infinity Land dei Biffy Clyro e Parabola di Roberto Vecchioni.
DORIANA TOZZI