1.Chi sei, da dove vieni e che musica proponi.
Ciao! Sono Rayo, vengo da Napoli e la mia musica è un mix da diverse sfumature, più generalmente però la definirei indie.
2.Il panorama musicale italiano aveva bisogno di te?
Che ne avesse bisogno o meno, il mio canale d’espressione è sempre stato la musica, sono sempre riuscito a comprendermi meglio e ad affrontare i momenti difficili grazie ad essa. C’è sempre bisogno di musica nuova e di stimoli diversi e mi auguro di poter essere una ventata fresca per il panorama italiano.
3.Se tu fossi una meta da raggiungere con il “navigatore musicale”, quali coordinate di artisti del passato o del presente dovremmo impostare, come strada da percorrere per arrivare al tuo sound?
Fall Out Boys, Frah Quintale, The 1975, Harry Styles, passando infine per Childish Gambino, Blackbear e Calcutta.
4.Il brano del tuo repertorio che preferisci e perché questa scelta.
La mia ultima uscita, Nemesi. È una canzone in cui ho messo me stesso, non è stato facile scriverla perché ho dovuto guardare bene dentro di me, trovandomi di fronte anche gli strascichi di quello che è stato per poter tirare fuori le parole giuste. La prima volta che l’ho ascoltata finita mi sono commosso. Ogni volta che l’ascolto ho qualche brividino… Mi piace davvero tantissimo.
Potete ascoltarla qui:
5.Il disco che ti ha cambiato la vita.
Songs in the key of life di Stevie Wonder è stato uno dei primi dischi che io abbia mai ascoltato, ero davvero piccolo e ha avuto un grande impatto su di me. Mi ha fatto appassionare profondamente alla musica e legare ad essa in maniera significativa, per sempre. Devo ringraziare mio fratello per questo, era lui a caricare i brani sul mio primo mp3.
6.Il tuo live più bello e quello invece peggio organizzato.
In realtà coincidono per me. È stato il mio primo live. Era un giovedì sera e un amico mi ha invitato ad una serata di palco libero per sentirlo suonare ed eventualmente esibirmi anch’io. Ci sono andato ma avevo deciso di andare solo per ascoltare. Eppure una volta lì nel corso della serata sentivo crescere dentro di me la voglia di salire sul palco, nonostante ci fosse una parte di me che se la faceva sotto. Alla fine mi sono fatto convincere, il chitarrista della band del mio amico mi ha prestato la chitarra e sono salito sul palco. Ho iniziato a suonare e mi tremavano le mani dall’emozione così tanto che non riuscivo a mettere bene gli accordi all’inizio. Però più andavo avanti più diventava naturale e non volevo più scendere da lì!
7.Il locale di musica dal vivo secondo te ancora troppo sottovalutato e, al contrario, quello eccessivamente valutato tra quelli dove hai suonato o ascoltato concerti di altri.
Lo Slash, il locale dell’aneddoto precedente. È molto bello, l’ambiente è rilassato e ci sta un sacco. Merita di più.
Invece non ne ho uno che sia eccessivamente valutato.
8.Le tre migliori band emergenti della tua regione.
Ho una band e due artisti singoli:
Kenai (indie): https://open.spotify.com/artist/2000Bt7BSRLXTB6RN3kmcZ?si=Koaj7oUiTpG8Pu948AF-VQ
Sebastian De Wil (elettronico): https://open.spotify.com/artist/682GrnmGUpSVcHIkuZqLBZ?si=zviiEyY0QNGwfe_welrJiQ
Crashtest (pop): https://instagram.com/crashtestofficial
9.Come seguirti, contattarti, scambiare pareri con te.
Potete seguirmi e contattarmi su instagram: https://instagram.com/sonorayo
e seguirmi su tiktok: https://www.tiktok.com/@sonorayo
e youtube: https://youtube.com/@sonorayomusic
10.La decima domanda, che mancava: “Fatti una domanda e datti una risposta”.
D: A cosa ti ispiri per scrivere le tue canzoni?
R: Quando ero più piccolo avrei risposto che la mia fonte principale d’ispirazione era l’amore o meglio le sofferenze d’amore. Adesso invece direi che la mia ispirazione è la vita, le esperienze che faccio, belle o brutte che siano, le storie che sento, le cose che vedo, tutto. Per me da ogni cosa può nascere una canzone.
DORIANA TOZZI