1.Chi siete, da dove venite e che musica proponete.
Siamo i Regione Trucco, ovvero Umberto (voce e chitarra), Manuel (batteria e sample pad), Andrea (tastiere e sintetizzatori) e Massimo (basso). Veniamo da Ivrea e la nostra musica ultimamente viene definita indie, termine che in passato indicava un modus operandi indipendente rispetto alla propria produzione musicale e che ultimamente viene utilizzato per descrivere un certo genere musicale. A noi sembra più che altro di fare canzoni cantautorali con interventi di elettronica, perché in fondo siamo anche noi figli di questo tempo.
2.Il panorama musicale italiano aveva bisogno di voi?
Non siamo così presuntuosi da pensare di essere indispensabili al panorama musicale italiano. Siamo noi che ne abbiamo bisogno: siamo qui per suonare dal vivo, viviamo tutto il resto come un contorno finalizzato a questo obiettivo e per poter portare la propria musica in un contesto live ci sono delle tappe indispensabili da percorrere.
3.Se voi foste una meta da raggiungere con il “navigatore musicale”, quali coordinate di artisti del passato o del presente dovremmo impostare, come strada da percorrere per arrivare al vostro sound?
Qui, invece ci mettiamo un pizzico di presunzione. Se, ovviamente, abbiamo subito influenze artistiche di chi è venuto prima di noi (per altro, essendo una band, ognuno ha i propri punti di riferimento, anche molto diversi tra loro) ma anche della scena musicale attuale, riteniamo di avere un’identità molto forte rispetto al sound, sul cui aspetto lavoriamo in maniera maniacale cercando di non percorrere strade troppo battute e di offrire a chi ascolta qualcosa di originale. Speriamo quindi di essere una meta totalmente nuova per un viaggiatore immaginario, un viaggio sconosciuto.
4.Il brano del vostro repertorio che preferite e perché questa scelta.
È sempre difficile rispondere a questa domanda. Se arrivate a sentire le nostre canzoni è perché le amiamo tutte: quelle che non ci piacciono – e ci sono – le scartiamo a priori e non le facciamo arrivare al pubblico. Premesso ciò, nel nostro primo disco c’è in effetti una canzone alla quale siamo particolarmente legati, poiché grazie ai premi che ha ricevuto ci ha dato l’opportunità di suonare su palchi davvero enormi e con un pubblico altrettanto vasto. La canzone si intitola Indecentemente: vi lasciamo il link del nostro live al Calabria Fest, davanti a un pubblico di più di 10000 persone:
5.Il disco che vi ha cambiato la vita.
Qui ognuno di noi ha una sua risposta che vi lasciamo di seguito:
Andrea: Black Market dei Weather Report
Massimo: L’unico e omonimo album dei Temple of the dog (progetto comune di Pear Jam e Soundgarden)
Umberto: La fabbrica di plastica di Gianluca Grignani
Manuel: Keep the faith di Bon Jovi
6.Il vostro live più bello e quello invece peggio organizzato.
Sicuramente il nostro live più bello è stato quello a cui abbiamo fatto riferimento prima, ovvero il Calabria Fest, organizzato da Rai Radio Tutta Italiana. Siamo partiti dall’altra parte dell’Italia, da Ivrea, con un vecchio Fiat Ducato senza sapere cosa ci avrebbe aspettato. Noi eravamo in scaletta nella seconda serata del festival, così mentre eravamo in viaggio abbiamo guardato in streaming la diretta Rai della prima serata e solo allora ci siamo resi conto della portata dell’evento. Così, dopo un estenuante, per quanto divertente, viaggio, ci siamo trovati a dividere il palco con artisti del calibro di Clementino, Dolcenera e altri ancora. Noi facevamo parte degli artisti emergenti, tra cui solo alcuni scelti avrebbero avuto l’opportunità di suonare anche alla terza serata del festival. Dopo la nostra esibizione, davanti a una decina di migliaia di persone, eravamo talmente esaltati che per festeggiare abbiamo iniziato a darci sotto coi gin tonic, senza sapere che, da programma, gli artisti scelti per suonare alla terza serata sarebbero dovuti tornare sul palco per risuonare il brano. Noi alla fine siamo rientrati nella rosa degli artisti scelti e siamo tornati sul palco con un tasso etilico tale davvero divertente. Abbiamo fatto però tesoro dell’esperienza e la sera successiva abbiamo deciso di bere a manifestazione conclusa. E abbiamo fatto bene, perché la canzone Indecentemente ha vinto il festival e abbiamo anche vinto il premio come miglior performance live.
Non andremo nello specifico nel descrivere il live organizzato peggio, ma vi possiamo dire che in pieno stile “Blues Brothers” ci è capitato che, a fronte di un pubblico foltissimo, ci venissero decurtati dei soldi dal cachet per le troppe birre bevute. Poco elegante…
7.Il locale di musica dal vivo secondo voi ancora troppo sottovalutato e, al contrario, quello eccessivamente valutato tra quelli dove avete suonato o ascoltato concerti di altri.
Ai piedi della Valle d’Aosta, a Quincinetto, uno degli ultimi paesi del Piemonte, c’è il Sincheetreeut (538), un locale dove durante la stagione estiva vengono organizzati dei live molto interessanti, dove quasi sempre vengono preferiti artisti che propongono un repertorio inedito.
Per quanto riguarda la seconda parte della domanda, non ci sembra elegante parlare male di un locale che fa musica dal vivo, anche perché con tutti i difetti che può avere, dalle nostre parti è comunque una perla rara.
8.Le tre migliori band emergenti della vostra regione.
Vi segnaliamo un progetto che vale per tre: Maison Margot, che fa una specie di “modern punk”. Potete ascoltarlo da questo link: https://open.spotify.com/artist/7uGbDZFHhia5xEMAkirG1d
9.Come seguirvi, contattarvi, scambiare pareri con voi.
Siamo, nostro malgrado, su Facebook e Instagram e, ovviamente, la nostra musica la trovate su tutte le piattaforme digitali.
https://www.instagram.com/regionetrucco/
https://www.facebook.com/regionetrucco/
https://open.spotify.com/artist/63WBfrAbfcu7wwGDPOx1CS
10.La decima domanda, che mancava: “Fatevi una domanda e datevi una risposta”.
Per rispondere a una domanda in stile Marzullo ci vorrebbe il libro delle risposte di Nino Frassica, ma siccome non ce l’abbiamo cogliamo l’occasione per salutare e ringraziare i lettori della rubrica invitandoli a venire a sentirci ai nostri live, che poi è la dimensione della musica dove ci si diverte di più. Infine ringraziamo la redazione per non averci chiesto il significato del nome della nostra band.
DORIANA TOZZI