(Risponde Domenico, chitarrista)
1.Chi siete, da dove venite e che musica proponete.
Ciao a tutti gli amici di I Think Magazine, ringraziamo innanzitutto la redazione per questo spazio. Siamo i Subliminal Fear da Barletta e proponiamo un metal moderno con influenze di musica elettronica e metal estremo. I componenti della band siamo: io alle chitarre, Alessio al basso, Carmine e Matteo alle voci e Ruggiero alla batteria.
A maggio è uscito il nuovo album Escape from Leviathan rilasciato dall’etichetta finlandese Inverse Records.
2.Il panorama musicale italiano aveva bisogno di voi?
Credo che l’Italia abbia bisogno di ampliare la sua cultura musicale e non voltare le spalle ai gruppi che come noi presentano un genere “diverso” da quello proposto dalle mode e dalla cultura popolare. Noi come tantissime altre band italiane suoniamo un tipo di musica che in Italia si digerisce davvero poco e questo rende tutto molto più difficile, quindi diciamo che pur essendo italiani siamo molto più apprezzati all’estero.
3.Se voi foste una meta da raggiungere con il “navigatore musicale”, quali coordinate di artisti del passato o del presente dovremmo impostare, come strada da percorrere per arrivare al vostro sound?
La nostra rotta musicale è stata molto lunga e contorta. Siamo attivi dal lontano 2002 e in questo periodo, abbiamo vissuto ed assorbito diversi momenti musicali e trend del movimento metal. Agli inizi eravamo attratti dal death metal melodico di stampo svedese, dal metalcore e dal thrash metal americano, e avevamo come modelli band come In Flames, At The Gates oppure i Testament o i Killswitch Engage. Quando abbiamo rimesso su la formazione originaria, agli inizi del 2014, abbiamo deciso in comune accordo di dover cambiare qualcosa nel nostro sound e cercare un nostro percorso personale, inglobando anche altre tipologie di musica, come ad esempio l’elettronica. Avevamo intenzione di “svecchiare” il nostro sound con soluzioni più moderne e soprattutto arricchendolo di diverse sfaccettature. L’inserimento della musica elettronica, di parti più groove-oriented e un lavoro particolarmente attento sulle melodie sono alcuni degli elementi nuovi, che mi sento di evidenziare.
Dopo aver iniziato a sperimentare nuove parti e soluzioni, i brani sono venuti fuori con molta naturalezza, poiché a differenza degli altri album, avevamo le idee molto chiare sui nostri obiettivi.
4.Il brano del vostro repertorio che preferite e perché questa scelta.
Tutti i brani estratti dal nostro nuovo album Escape from Leviathan adesso ci rappresentano alla perfezione. Se dovessi sceglierne qualcuno per un primo approccio alla nostra musica vi consiglio Self-Proclaimed Gods (https://www.youtube.com/watch?v=-Ufi3TkxLKU) e Phantoms or Drones (https://www.youtube.com/watch?v=ulhXlx8SLBU). Per gli altri brani, vi invito all’ascolto su Spotify (https://open.spotify.com/album/0FmEw8GlRh0kxksXeDzhmH) o su altre piattaforme streaming.
5.Il disco che vi ha cambiato la vita.
Il Black Album dei Metallica, con certezza! È grazie a loro che ho scoperto la musica “heavy” e gli devo veramente molto.
6. Il vostro live più bello e quello invece peggio organizzato.
Nella nostra vita come band l’attività live, in questi 15 anni, non è stata molto soddisfacente, a causa principalmente di problemi di line-up. Adesso abbiamo trovato i giusti compagni di lavoro e siamo riusciti a trovare finalmente una stabilità all’interno del gruppo e questo ci sta permettendo di fare una buona promozione al nuovo album. Tra i live di questo 2016, ricordo veramente con piacere quello del Rock Metal Fest a Pulsano (TA), organizzato veramente bene e con un pubblico numeroso e partecipe.
Pur non essendo un gruppo con una grossa storia di concerti, siamo adesso preparati al peggio e ad ogni problematica tecnica, quindi non c’è un concerto dove abbiamo avuto difficoltà rilevanti e degne di nota.
7.Il locale di musica dal vivo secondo voi ancora troppo sottovalutato e, al contrario, quello eccessivamente valutato tra quelli dove avete suonato o ascoltato concerti di altri.
Non c’è un live club che ci ha particolarmente deluso. Devo comunque ammettere che, rispetto agli altri paesi, qui in Italia bisogna un po’ accontentarsi…
8.Le tre migliori band emergenti della vostra regione.
La Puglia è ricca di band emergenti con del talento nel nostro genere musicale. Tuttavia citerei i nostri fratelli Cancrena, da anni ormai come noi presenti nel panorama underground in Puglia.
9.Come seguirvi, contattarvi, scambiare pareri con voi.
Siamo molto presenti ed attivi sulle nostre pagine social, seguiteci su: www.facebook.com/subliminalfear, www.instagram/subliminalfear e su www.youtube.com/user/subliminalfearband
10.La decima domanda, che mancava: “Fatevi una domanda e datevi una risposta”.
D: Cosa ti aspetti di trovare su Escape from Leviathan dei Subliminal Fear?
R: Il nostro nuovo album Escape from Levithan rappresenta l’album della svolta e quindi sancisce una metamorfosi importante del nostro sound. Il nostro nuovo sound è ricco di diverse sfaccettature, può essere interessante per tutti coloro che cercano qualcosa di moderno e non convenzionale.
Dal punto di vista concettuale ed atmosferico, con il nostro cantante Carmine abbiamo lavorato molto sulle melodie che dovevano riflettere i contenuti dei testi delle canzoni. Con le dovute proporzioni, abbiamo cercato di creare una piccola colonna sonora e, nell’ultima traccia dell’album, The Disease is Human Emotion, questo è più evidente data la sua natura strumentale e grazie all’utilizzo di parti sinfoniche unite all’elettronica.
C’è una tematica che accomuna tutti i brani di Escape from Leviathan pur non trattandosi di una storia unica. Il titolo, ad esempio, è nato prendendo spunto dall’omonimo libro di J.C. Lester, che è un’opera che esprime un giudizio negativo sulla possibilità dell’uomo di autogovernarsi. Mentre il filosofo inglese Thomas Hobbes, nella sua opera Leviatano descrive lo Stato come una creatura primordiale disposto a divorarci, le cui membra sono i cittadini. Da questi due concetti siamo partiti per lavorare al concept del nostro album, immaginando la nostra società nel futuro e in una fase conclusiva di un processo degenerativo che ha portato le macchine e una società distopica a governarci. In questo scenario apocalittico la società ci controlla come automi e schiavi, e noi tutti siamo vittime delle nostre scelte sbagliate e dall’incapacità di riconoscere il male.
L’album è stato prodotto ai Golem Dungeon Studios con Giuseppe Dentamaro e tutti i synth e le parti elettroniche sono state arrangiate da Botys Beezart. Ci sono alcuni ospiti internazionali come Guillaume Bideau dei Mnemic, Jon Howard dei Threat Signal e Lawrence Mackrory dei Darkane, che con la loro partecipazione valorizzano ulteriormente le composizioni, ed un artwork formato da Anton Seth Siro.
Ho cercato di riassumere il più possibile! Spero vi siate incuriositi. Perciò cosa aspettate a venire sulle nostre pagine ad ascoltarci?
DORIANA TOZZI