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1.Chi sei, da dove vieni e che musica proponi.

Ciao, mi chiamo Numitore, ho origini pugliesi ma mi sono trasferito in Toscana nel ‘97. Scrivo canzoni vicine al pop.

2.Il panorama musicale italiano aveva bisogno di te?

Non credo che il panorama musicale italiano avesse bisogno di me, è già sovraffollato. Sono un intruso. Però amo fare musica e non ho resistito.

3.Se tu fossi una meta da raggiungere con il “navigatore musicale”, quali coordinate di artisti del passato o del presente dovremmo impostare, come strada da percorrere per arrivare al tuo sound?

In Italia direi da Sergio Endrigo a Luigi Tenco, da Lucio Dalla a Pino Daniele. All’estero dovreste andare sempre dritto per i Nine Inch Nails, passando per Helmet e Biohazard. Con una sosta ristoratrice da Frank Sinatra.

4.Il brano del tuo repertorio che preferisci e perché questa scelta.

Si intitola Il Divano, è un brano piano e voce sulla fine di una storia passata. Lo preferisco per la dimensione intima del cantare accompagnato dal pianoforte. Potete ascoltarlo nel mio disco Il falò dell’umanità, che trovate su Spotify, iTunes etc…

5.Il disco che ti ha cambiato la vita.

Fragile dei Nine Inch Nails.

6.Il tuo live più bello e quello invece peggio organizzato.

Per gli emergenti il live è sempre un’incognita. In un’occasione abbiamo allestito e cablato ampli e strumenti ma non trovavamo le linee elettriche. Ci hanno detto che sarebbe arrivato a breve un gruppo elettrogeno. Arrivato il tipo, messo il carburante, vari tentativi di accensione, scoppi vari: “niente da fare, è ingolfato”. Ci hanno fatto smontare tutto e ci hanno avvicinato ai frigoriferi delle birre dove c’erano le prese di corrente. Ti lascio immaginare i ronzii ogni volta che il motore del frigo attaccava.
Altre occasioni live sono state per fortuna più divertenti.

7.Il locale di musica dal vivo secondo te ancora troppo sottovalutato e, al contrario, quello eccessivamente valutato tra quelli dove hai suonato o ascoltato concerti di altri.