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Thumbnail: uno sguardo su Valeria Capvto

THUMBNAIL1.Chi sei, da dove vieni e che musica proponi.

Ciao, sono Valeria, un personaggio unico come ognuno di noi. Vengo da Taranto, una delle città più violentate del mondo. Delle volte le belle donne vengono raggirate, Taranto è così: una bellissima dea che ha venduto l’anima al diavolo.

Propongo la mia musica. Sono una che si esprime meglio attraverso la musica, mi fa sentire a mio agio. Da pochissimo è uscito il mio nuovo album, che ho voluto intitolare Supernova.

2.Il panorama musicale italiano aveva bisogno di te?

Quando sono nata forse neppure i miei genitori avevano bisogno di me… ma visto che sono nata è bene che io viva, e ho deciso di vivere a modo mio. Col tempo ho scoperto che la mia vita non poteva prescindere dal mondo dei suoni, ed eccomi qui a far parte del panorama musicale italiano.

3.Se tu fossi una meta da raggiungere con il “navigatore musicale”, quali coordinate di artisti del passato o del presente dovremmo impostare, come strada da percorrere per arrivare al tuo sound?

La mia inventiva si è scontrata con la creatività degli altri. I miei grandi maestri sono stati i Doors, Janis Joplin, Bob Dylan, Joni Mitchell e potrei continuare con una serie di stelle polari della musica di ogni tempo. Ma i veri fari nella mia vita, le coordinate importanti, sono stati gli incontri nella vita reale, quelli che hanno voluto condividere con me qualcosa di importante per loro. I miei grandi maestri sono quelli che hanno visto in me un terreno fertile e hanno voluto coltivare, quindi potrei farti questi nomi: Guido, Stefania, Lorenzo, Luca, Roberto, Alberto, Peppe, Sergio, Riki, Gianluca, Marco, Davide, Francesco, Suzana, Alessandra, Franco… persone che ringrazio immensamente. Spero di essere sempre fertile e di incontrarne ancora.

4.Il brano del tuo repertorio che preferisci e perché questa scelta. capvto1

Il brano che al momento è tra i primi della mia top-ten (autobiografica) è Supernova, lo considero il mio inno.

Supernova è un pezzo che mi fa gasare e sia ascoltandolo che suonandolo sento che mi trasferisce motivazione, grinta e un’ottima energia. Inoltre Supernova è una composizione libera e sincera e questo è il valore maggiore che le attribuisco. Vi invito ad ascoltarla qui: https://soundcloud.com/valeria_caputo/supernova.

5.Il disco che ti ha cambiato la vita.

È difficile rispondere, perché non ce n’è solo uno. Diplomaticamente mi riferirò ad uno degli ultimi in ordine temporale, senz’altro Blue di Joni Mitchell, uno dei signori regali donatomi da Marco. Non so se sapesse cosa stava per sollevare. Sicuramente posso dire che mi ha dato una sferzata così ampia che mi ha riacceso la scintilla nei confronti dell’estro compositivo. Infatti prima di quel momento vivevo un periodo poco fertile e in cui mi sentivo offesa con la musica… dopo Blue ci ho fatto pace.

6.Il tuo live più bello e quello invece peggio organizzato.

Ora dire in assoluto qual è stato il più bello è un po’ difficile. Tra quelli più interessanti comunque c’è stata una mia partecipazione all’Acoustic Guitar Meeting di Sarzana, occasione in cui ho suonato su un signor palco davanti ad un pubblico internazionale e molto ben educato; per altro Sarzana è un posto meraviglioso che ci ha accolti benissimo!

Un altro bell’evento è stato il concertone tarantino dedicato ai Beatles, We love you Yeah!, organizzato dagli Skelters, che si è svolto al Villanova e che ha visto alternarsi sul palco quasi trenta musicisti diversi che hanno contribuito con le loro interpretazioni a creare un’atmosfera unica! Serata partecipata e direi storica per Taranto.

Uno dei peggiori? Quello in cui non sono del tutto presente. Quelle serate possono capitare… quando non riesco a dare tutta me stessa.

7.Il locale di musica dal vivo secondo te ancora troppo sottovalutato e, al contrario, quello eccessivamente valutato tra quelli dove hai suonato o ascoltato concerti di altri.

Il posto sottovalutato che non meritava di chiudere è stato Il Circolo dei Malfattori a Santarcangelo di Romagna. È successo da poco e quel posto mi manca molto. Un vero peccato, uno spazio così bello e davvero attrezzato che non ha avuto la giusta risposta dal territorio. Ospitava artisti internazionali e non si negava a gruppi locali, creava occasioni di aggregazione anche con seminari e cene sociali. Quando ha chiuso mi è sembrata una vera ingiustizia.

Luoghi eccessivamente valutati in cui si fa musica non esistono; sarebbe bello se li valutassimo tutti di più, da quelli storici come il Blue Note al più piccolo pub vicino casa; basterebbe uscire di casa e partecipare alla vita della propria città.

capvto28.Le tre migliori band emergenti della tua regione.

Emergenti… mmm… un termine che personalmente discuterei molto. Citerò tre gruppi o artisti che mi piacciono e farò una media tra l’Emilia Romagna e la Puglia.

Ai primi posti segnalo il romagnolo Francobeat, una persona grande grande. Non a caso l’ho scelto come co-produttore artistico di Supernova. Vi invito ad ascoltare la sua musica e ad informarvi sulle sue idee “artistiche” e direi anche “politiche” nel senso delle responsabilità che come artista si assume.

Un tarantino invece è Michele Maraglino, di cui sono fan un po’ trasversale ma che ho piacere a citare perché credo che scriva e faccia cose sensate.

Infine gli amici psichedelici di Taranto, fanno musica rock quella da cui nascono le mie origini di musicista e sono gli eredi della scena musicale di cui ho sempre fatto parte e di cui mi sento parte quando torno a casa: i Telepathic Dreambox.

9.Come seguirti, contattarti, scambiare pareri con te.

Avrò piacere a sentirmi seguita da questo link: http://valcap.wix.com/valeriacaputo si tratta del mio sito dal quale è possibile poi accedere a tutti i social collegati a me.

10.La decima domanda, che mancava: “Fatevi una domanda e datevi una risposta”.

Questa è la prima volta che mi ripiego su me stessa con una domanda marzulliana, eheheh. La domanda è molto ampia e astratta. La mia risposta ricorda quasi un post di facebook, ma per fortuna c’è qualcuno che mi ha stimolato a dirla. Quindi la domanda che mi faccio è:

D: Quando sei felice?

R: La mia risposta è: sono felice quando posso condividere i miei pensieri con gli altri e c’è dialogo, quando c’è onestà, voglia di mettersi in gioco davvero, in questo caso il livello di comunicazione mi gratifica. Sono felice quando sono la prima a farlo, quando si gioca ad armi pari, quando non c’è compatimento o formali convenevoli. Invece sono triste quando c’è ambiguità, quando le cose sono poco chiare, torbide. Insomma questo è quello che cerco anche nella musica e spero sempre di trovare anche nella vita reale, un po’ di umiltà, in generale dico, poi non guasterebbe.

DORIANA TOZZI

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