Se l’arte fosse completamente innocua la sua storia non sarebbe piena di censure e di opere bruciate, distrutte, compromesse, modificate… Ma l’arte non è innocua: l’arte può essere un’arma più potente di tutte le bombe del mondo e per questo spesso si cerca di metterla a tacere o di far credere alle masse che l’unica “arte” possibile è quella (spesso inoffensiva e vacua) che passa per la televisione (filtrata da attente selezioni mirate a plagiare il pensiero dei telespettatori).
Uscendo da questi meccanismi e diventando un po’ più critici nei confronti di ciò che ci circonda, ci si rende conto che una canzone può farsi emblema di un pensiero e può smuovere le coscienze, come accade con Ya Habibi, il primo singolo in italiano di Dias, artista siriano scampato a due guerre (prima quella nella sua Siria e poi quella in Ucraina, dove si era trasferito) che ha vissuto sulla sua giovane pelle gli orrori della guerra e ne ha pagato il prezzo più alto perdendo amici e parenti ingiustamente.
Dias in Ucraina stava cominciando a riscuotere consensi, partecipando prima ad X-Factor e vincendo poi Ukraine’s Got Talent, quindi attraversando dall’interno quel “mondo televisivo”, che resta sempre il veicolo privilegiato per arrivare alla gente. Con Ya Habibi l’artista inaugura il suo percorso musicale nel nostro paese e lo fa con un brano che punta dritto al cuore, come il più letale dei fucili.
“Ci si dimentica di essere umani, ci si lava troppo spesso le mani” canta Dias in questo singolo che musicalmente ammicca alle nostre orecchie tramite ritmi pop-dance e melodie arabeggianti, ma il cui testo è una pugnalata nel cuore di chi non fa nulla per fermare la piaga delle guerre, sempre ingiuste e combattute meschinamente in un mondo che ormai avrebbe tutte le carte in regola per permettere agli Stati di gestire le proprie controversie attraverso la diplomazia e soprattutto senza coinvolgere i civili.
“Spero che il mio brano possa aiutare a far comprendere il profondo dramma che ha assalito il mio popolo e tutti coloro costretti a sopportare le conseguenze delle azioni di uomini avidi e superficiali”, dice Dias nella presentazione di questo suo lavoro.
Fin quando si continuerà a sottostare al volere e alla prepotenza di chi mette i propri interessi al di sopra delle vite umane tutto questo non si fermerà, ma allo stesso modo l’arte non smetterà di urlare la verità sperando che più orecchie e cervelli si liberino delle catene e si sintonizzino con i suoi messaggi.
Qui potete guardare il videoclip di Ya Habibi in anteprima esclusiva per il nostro magazine:
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ELIDE FERRARI