La musica dei Figli di Eva ha la capacità di travolgerci con la genuinità del rock e l’irriverenza del punk trasportandoci in un universo elettrico nato per mandare in cortocircuito le imposizioni e le gabbie sociali di quello in cui viviamo. Lo avevamo già visto con Galera, il primo singolo del duo tarantino (di cui qualche mese fa abbiamo ospitato all’interno della nostra video-rotation il cortometraggio a corredo, sempre curato da Giuseppe Calamunci Manitta) e lo conferma oggi il loro secondo episodio, La scoperta dell’America.
L’impressione che si ha ascoltando i loro brani è che le melodie seguano i pensieri, siano dettate dai testi che liberamente scorrono come flussi di coscienza generati da impulsi ribelli, infatti non c’è traccia di “ruffianeria”, non c’è alcuna apertura al facile ascolto, sebbene si tratti sempre di strofe e ritornelli piuttosto lineari. È al secondo ascolto che tutto diventa più chiaro e al terzo è già impossibile non sentire la forza emotiva prorompente dei ritornelli liberatori. Richiede attenzione la musica dei Figli di Eva, richiede passione, richiede voglia di riscoprire il piacere delle piccole cose, di ritrovare il coraggio di emozionarsi senza pregiudizi e cinismo. Sembra facile, un po’ come “scoprire l’America”, ma sappiamo bene che facile non lo è affatto.
Per quanto riguarda, invece, lo splendido cortometraggio diretto da Calamunci Manitta, colpisce ancora una volta la sua capacità di trovare nelle immagini un senso che nella musica e nelle parole era solo accennato. Un senso nuovo, forse diverso da quello che viene in mente ad un primo ascolto della canzone ma che pure, allo stesso modo della musica della band, al secondo ascolto, o meglio alla seconda visione, rende tutto più chiaro e alla terza visione è impossibile non considerare questi esperimenti di fusione tra musica e cinema un tentativo ben riuscito di svecchiare il solito modo di fare arte, uscendo dalla cosiddetta “comfort zone” in cui molti artisti invece si adagiano.
“La libertà è una sola. Le catene imposte a uno di noi pesano sulle spalle di tutti”. Con questa frase, con cui si chiude il video, è perfettamente riassunta la filosofia di vita di questa band dall’autenticità disarmante e dai nobili ideali.
Guardate qui il cortometraggio in anteprima esclusiva:
ELIDE FERRARI