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Visti, rivisti, da rivedere – Suffragette

suffragettelocandinaSiamo ancora presi dall’esito del referendum dello scorso 4 dicembre, fulgido esempio di quanto sia importante il voto e soprattutto lo strumento del suffragio universale, che consente ad ogni cittadino maggiorenne di esprimere il proprio parere e di contribuire alla gestione del paese; ma questa importante e imprescindibile potestà popolare non è mai stata automaticamente garantita. In particolare alle donne il diritto al voto è stato lungamente negato, basti pensare che in Italia le cittadine lo hanno ottenuto appena settanta anni fa.

Il film Suffragette, produzione inglese diretta da Sarah Gavron e uscita  in Italia il 3 marzo di quest’anno, con lineare precisione senza infiorettamenti e seguendo gli avvenimenti storici con obiettività, racconta il percorso che portò all’ottenimento del diritto al voto da parte delle suddite britanniche.

Il cosiddetto movimento delle suffragette (da “suffragio”) nasce a fine ‘800 in Inghilterra, in tarda epoca Vittoriana. Il lungo regno della regina Vittoria, che pure portò al paese una certa solidità economica, tralasciò volutamente le istanze femminili destinate, malgrado sul trono ci fosse proprio una donna, al ruolo di “angelo del focolare”.

Furono Emmeline e Christabel Pankurst a guidare il movimento, nato inizialmente come pacifista per poi arrivare via via a manifestazioni sempre più forti e anche invasive.

La pellicola segue da vicino dei personaggi inventati che ricalcano però fatti e situazioni reali accanto alle leader del movimento (in un cameo appare anche Meryl Streep, americana ma perfetta nel suo accento British, che interpreta Mrs. Pankurst, mentre la burtoniana Helena Bonham Carter ha un ruolo minore, benché non minimale). Si scopre così che in epoca vittoriana le donne non avevano patria potestà sui figli minori né potevano avere la licenza di una attività o fare un lavoro cosiddetto “intellettuale”.

Chiaramente declinata al femminile, il film non è comunque così manicheista da considerare nemici tout court i rappresentanti di quello che in altri tempi era chiamato il “sesso forte”, ma presenta le situazioni analizzando il punto di vista dell’epoca.

Per chi ama la storia e in particolare le lotte popolari, il film è sicuramente un must, anche perché la narrazione è decisamente interessante. Sul piano squisitamente tecnico c’è da rilevare una certa lentezza che ascrive la pellicola in una categoria decisamente avulsa dai cosiddetti blockbusters, ma utile per ricordare l’importanza del voto, che è un diritto da non dare per scontato.

Non destinato  ad entrare nella storia del cinema, Suffragette è tuttavia una rigorosa pellicola storica, supporto e sussidio didattico altamente consigliato.

FRANCESCA BARILE

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