Eva e Rocco invitano a cena gli amici di una vita, anche se non stanno passando un buon momento come coppia e come genitori. Durante la cena, proprio Eva propone un gioco: tutti quanti dovranno lasciare i loro cellulari accesi sul tavolo e dovranno condividere chiamate e messaggi. Ma quello che inizia come un gioco, ben presto porterà a galla numerose verità scomode.
Cosa si scoprirebbe di ognuno di noi se chiunque, in primis il nostro partner, potesse avere a disposizione il nostro cellulare e guardare tutto quello che contiene o, in alcuni casi, nasconde? Da questo presupposto parte la narrazione di Perfetti Sconosciuti, film da “camera” con un’unica ambientazione, la casa di Rocco e Eva (interpretati da Marco Giallini e Kasia Smutniak), a fare da sfondo a tutta una serie di confronti, rivolgimenti, rivelazioni, discussioni, vere e proprie lotte verbali, epifanie e si potrebbe continuare a lungo.
Ci sono diverse coppie rappresentate da Paolo Genovese e poi, al di là della dimensione coppia, ci sono diverse individualità messe a confronto, laddove, dopo la serie di segreti e omissioni venute fuori tramite gli smartphone, a venire compromessi non sono solo i rapporti sentimentali, ma anche quelli di amicizia. Ed è così che verranno a galla tradimenti, orientamenti sessuali taciuti per paura di essere giudicati da amici di cui si conosce la natura omofoba, seppur negata e sottesa, ricordi del passato che riaffiorano palesandosi nella loro reale natura e portando a galla dei non detti che rischiano di far esplodere rapporti e molte altre situazioni che accresceranno il livello, altissimo, di tensione che si respira durante tutto il racconto.
E, nonostante, di fronte a noi abbiamo un cast di attori che solitamente ci hanno abituato ad interpretazioni brillanti, protagonisti di commedie o di film leggeri (basti citare Valerio Mastandrea, Edoardo Leo, ma non solo), qui gran parte del merito del film, in cui in certi momenti facciamo fatica a non lasciarci trascinare dalla sensazione che tutte le coppie sono “compromesse” e che spesso è meglio continuare a tenere gli occhi chiusi, andando avanti tra sotterfugi e piccole o grandi bugie (cosa che ci restituisce una dimensione compromessa e quasi immodificabile di qualsiasi rapporto umano, oltre alla sensazione realisticamente trasmessa del fatto che non si conosce mai veramente un’altra persona, fosse anche l’amico di una vita o il coniuge che dorme accanto a noi ogni notte), gran parte del merito della riuscita del film, dicevamo, va proprio all’intensità di ciascun protagonista, in grado di trasmetterci profondamente tutti i rivolgimenti interiori di ogni personaggio portato sullo schermo.
E, nonostante l’unicità di spazio e di tempo, Perfetti Sconosciuti riesce a mantenere un ritmo consistente e a intrattenerci grazie all’alto livello recitativo di tutto il cast e alla consistenza dei dialoghi e della sceneggiatura che ci restituisce degli spaccati di vita e di realismo vero e proprio, come suddetto, grazie al quale è impossibile non farsi coinvolgere nella narrazione e, soprattutto, non farsi trascinare in considerazioni e riflessioni circa i nostri rapporti interpersonali, con l’amara conclusione, data da un finale decisamente inaspettato, che spesso per essere felici (o apparentemente tali), è meglio lasciare le cose come stanno.
Trailer del film:
ALESSANDRA CAVISI